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Shunt polmonare: si all’immersione?

Salve Dott. Longobardi, volevo chiederle alcune informazioni riguardo agli Shunt Polmonari.

Qualche giorno fa un mio allievo in procinto di cominciare un corso di immersioni ipossiche, ha pensato di fare delle analisi approfondite per poter proseguire la sua carriera subacquea sereno dal punto di vista medico.
Premetto che questo mio allievo ha già una storia di immersioni abbastanza lunga e senza incidenti. Ha già condotto immersioni di mezz’ora a 60 m con miscele trimix e decompressione con gas iperossigenati o anche immersioni con un ora di permanenza fra i 40 e i 50 metri e qualche immersione con miscele leggermente ipossiche a quote intorno ai 70/75 m.
Dunque, il mio allievo, come già accennato, nel corso delle analisi e ricerche che sta facendo, si è sottoposto a ecodoppler cardiaco con contrasto ed ecodoppler transcranico con contrasto. In entrambi i casi è stato rilevato un leggero passaggio di bolle ma con un ritardo di 6 secondi, i dottori gli hanno riferito che dato il ritardo nel passaggio (6 secondi) non può trattarsi di pervietà del forame ovale (PFO) ma più probabilmente di uno “Shunt Polmonare”.

Ora, la mia domanda é:  come si fa a stabilire con CERTEZZA l’eventuale presenza di questo Shunt? ed eventualmente come si può determinarne L’ENTITA’?
Tutto ciò per poter capire effettivamente la situazione diciamo così “clinica” del mio allievo e la sua abilità a poter effettuare immersioni e determinare eventualmente anche il tipo di immersioni che potrà fare. Naturalmente la perplessità maggiore deriva dal’assoluta mancanza di incidenti nonostante le svariate immersioni tecniche da lui svolte fino ad oggi. La ringrazio in anticipo per l’attenzione e per la sua eventuale risposta. Si tratta di una situazione che mi sta particolarmente a cuore, cordiali saluti. Rodolfo

Pasquale Longobardi scrive:

Caro Rodolfo

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