E’ una calda estate per l’archeologia subacquea italiana. Nonostante le difficoltà in cui versa il settore – si legge nel blog dell’archeologo subacqueo Michele Stefanile – si continua a lavorare per conoscere, proteggere e valorizzare il patrimonio sommerso del Bel Paese. Le unità della Marina Militare sono impegnate in attività di ricerca tra il Tirreno e l’Adriatico, in virtù degli accordi sottoscritti con il Mibac.
E’ di pochi giorni orsono la notizia dell’individuazione di un nuovo relitto nelle acque di Ventotene: l’antica nave, carica di anfore, giace a 100 metri di profondità al largo della più meridionale delle Isole Pontine, ed è stata individuata grazie alle operazioni svolte dal personale imbarcato sul cacciamine Numana. Dall’altra parte della Penisola, a Taranto, gli archeologi di Tesi Archeologia, per volontà della Soprintendenza, hanno smontato e recuperato il relitto di San Nicolicchio, di età post-medievale, già segnalato nel 2005 dalla Guardia di Finanza. I resti dell’imbarcazione sono stati inviati a Salerno, per essere restaurati presso i laboratori specializzati di Legni e Segni della Memoria. Tra la Sicilia e l’Africa, intanto, a Pantelleria, proseguono i lavori di archeosub a Cala Levante e Cala Tramontana, nell’ambito del grande progetto di valorizzazione affidato al Consorzio Pantelleria Ricerche, eccellente esempio di proficua collaborazione tra Soprintendenza, Università, impresa e Guardia Costiera. Due anni fa dalle acque di Cala Tramontana riemersero, tra le altre cose, migliaia di monete puniche.
fonte:informazionimarittime.it
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