Skip to main content
search
0
News

Gli obiettivi di Marevivo

L’associazione Marevivo si è presentata alla città, pochi mesi dopo la sua nascita, con una manifestazione assolutamente unica per Molfetta, ossia “Natale in acqua”. Con il presidente di Marevivo, Onofrio Allegretta, abbiamo cercato di capire meglio le finalità di questa associazione…

Vi siete fatti conoscere con l’iniziativa “Natale in acqua”, da dove nasce l’idea dell’associazione Marevivo? Marevivo è una associazione a livello nazionale, ed ha al suo interno la divisione di attività subacquea che opera per la protezione del mare e dei suoi fondali, ma non solo. Inoltre, ha al suo interno anche tutta una equipe che si occupa di biologia marina, di educazione ambientale, di promuovere soprattutto nelle giovani generazioni la cultura del mare e la protezione dell’ambiente in generale. A Molfetta, come in Puglia, questa associazione non esisteva, poi ci è stata data l’opportunità di creare una delegazione provinciale, con sede operativa proprio nella nostra città e quella legale a Bari. Perché è nata proprio a Molfetta? Tutto parte per caso, il nucleo fondatore è un gruppo di subacquei che hanno l’hobby del mare e dei suoi fondali. Un hobby che viviamo molto intensamente, nel senso che ogni momento libero lo dedichiamo al mare, alla subacquea. Ma cerchiamo anche di coinvolgere i bambini educandoli all’amore per il mare e della natura più in generale. I soci non sono solo molfettesi, ma ci sono anche ragazzi di Cerignola, Bari, Bisceglie, il nucleo fondatore è fatto di subacquei, ma l’associazione è aperta a tutti coloro che amano il mare. Marivivo è nato ufficialmente il 15 novembre. Quali sono i progetti per il futuro? Ce ne sono tanti di cui alcuni veramente molto impegnativi. Partiremo subito con un ciclo di conferenze sul mare, che si intersecherà con la storia, quindi coinvolgeremo anche gli eredi della storia, con la biologia e lo studio dell’habitat marino, cercheremo di capire gli effetti dell’inquinamento bellico nel nostro mare. Non mancherà una conferenza sull’Alessandro I, una bomba che sta nei nostri mari. Come associazione abbiamo incominciato a fare una mappatura dei nostri fondali. Quando si parla di mappatura dei fondali cosa si intende? Innanzitutto si sceglie il tratto di costa da mappare, poi si utilizzano vari metodi, come quello a griglia o quello stanziale, il sub si immerge, dopo relaziona su quanto ha visto, dalla poseidonia, al pesce particolare, ai rifiuti, quando esce compila una scheda che verrà inserita in un database, che consentirà col tempo di capire cosa avviene nel nostro mare. Dove è stata fatta questa prima mappatura? In cala San Giacomo, l’abbiamo scelta sia perché è una cala molto protetta, sia perché è presente la poseidonia, che è una pianta, che tra le sue caratteristiche ha anche la capacità di fermare il moto ondoso del mare, quindi evita in qualche modo l’erosione delle coste. Quindi è importante capire dove sono questi posidonieti e in qualche modo cercare di favorirli. In questa prima immersione abbiamo anche cercato di fotografare i rifiuti presenti in quel tratto di costa, dalle batterie ai filtri di nafta, pezzi di eternit. Sicuramente il lavoro da fare è tanto, cercheremo di farlo nella migliore maniera possibile, per questo cerchiamo più volontari. Voglio precisare che anche il nucleo fondatore è costituito da volontari che si ritagliano i momenti di tempo libero per dedicarsi all’associazione e al mare. Sai il silenzio del mare ripaga tutto. Che tipo di campagna informativa state mettendo in atto come associazione per aumentare il numero di adesioni e soprattutto, come pensate di coinvolgere i bambini? Marevivo ha una iniziativa che si chiama “Blu mission” aperta ai bambini, a Molfetta la inizieremo quest’estate con alcuni lidi, dove in un paio di giornate alcuni biologi marini, o comunque esperti, faranno educazione ambientale, ma cercheranno di spiegare loro quello che si trova nel nostro mare. Siamo appena nati, ma abbiamo grandi ambizioni, il nostro sogno è di fare un progetto con le scuole, facendo diventare il progetto “Blu mission” non solo estivo, ma che abbia valenza tutto l’anno. Quindi d’inverno la teoria, d’estate la pratica, portando i bambini in acqua facendoli vedere dal vivo quello che hanno studiato. Perché immergersi? Ogni immersione, persino quelle in piscina, ti da delle sensazioni sempre diverse. Per noi il fatto stesso di indossare la muta ed andare in acqua con il rischio di non vedere nulla, per le turbolenze o per le correnti marine ci dà delle sensazioni molto stimolanti. Poi in quel momento, come dicevo prima, ti puoi “sentire” il silenzio. Voglio anche ricordare che le nostre immersioni non hanno altri scopi, sono fatte in sicurezza, in acqua lasciamo solo le bolle dei nostri respiratori, non tocchiamo nulla, le nostra mute sono dotate solo di un piccolo coltellino nel caso ci si incagli in una rete.

Fonte: www.molfettalive.it 

Leave a Reply