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Archeologia subacquea, è polemica sui tagli ai tutor

[img]http://serhost.digimaweb.it/file/attachment/2014/03/c3afee2bf3285aa707d0f0bc4fb4aa88_view.jpg[/img] Dagli studenti del corso di Archeologia Subacquea di Oristano riceviamo e pubblichiamo.
Gli archeologi iscritti alla Scuola di Specializzazione in Beni archeologici – Nesiotikà dell’Università degli Studi di Sassari con indirizzo di Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri, che ha sede ad Oristano, hanno appreso con sgomento le novità strutturali operate dagli Enti incaricati della gestione dei corsi universitari ad Oristano. Nello specifico, non entrando nel merito dei motivi burocratici, non condividono il taglio adoperato sui servizi di tutoraggio e management, di fondamentale importanza sia a livello accademico, sia a livello amministrativo che umano. In più, gli archeologi, vogliono con estrema forza sottolineare l’alta qualità del lavoro svolto dalla Manager didattico e dalla Tutor esperta e la loro estrema dedizione, caratteristiche che di rado si incontrano nel panorama lavorativo e che dovrebbero essere oltremodo premiate e non, come sta per accadere, penalizzate. Tali servizi sono risultati essere un grande punto di forza di questa Scuola e anche una delle motivazioni primarie per cui quest’ultima è stata scelta tra le altre offerte formative di tutta Italia. Queste, infatti, non garantivano la stessa qualità dei servizi.
Uno dei vantaggi che la riforma D.M. 509/1999 ha apportato all’istruzione universitaria è certamente la possibilità e l’obbligo di svolgere attività pratiche che sono previste nel curriculum accademico. Queste attività diventano fondamentali per l’acquisizione dei veri e propri metodi di lavoro archeologico, nella fattispecie archeologia terrestre e subacqueo. Campo nel quale, ricordiamo, Oristano è l’unica in tutto il panorama del Mediterraneo.
Di seguito riportiamo le riflessioni degli archeologi sulla loro esperienza nella Scuola di Specializzazione.
La Dott.ssa Cristina Bazzano, proveniente dalla Sicilia, sottolinea che durante il suo percorso formativo nella Scuola ha avuto modo di approfondire competenze che aveva già acquisito durante gli studi precedenti, ma mai messe in pratica con la finalità scientifica e di ricerca. Grazie alla Scuola e al supporto del Manager didattico, ha potuto attivare diversi tirocini formativi, presso Enti regionali siciliani e anche esteri come il Museo Nazionale Archeologico di Malta e il Vindolanda Museum (Chesterholm – New Castle, UK). Durante queste esperienze ha avuto modo di approfondire le proprie conoscenze in un settore specifico e di confrontarsi con realtà internazionali: «Il supporto della Tutor e della Manager, è stato di fondamentale importanza per la mia formazione in fase iniziale, costituendo un input per l’indirizzamento e la canalizzazione delle mie competenze e attitudini verso scelte professionali concrete. Per questo motivo, sono convinta che un corso di Alta formazione, qual è la Scuola di Specializzazione Nesiotikà, non possa esistere senza la presenza delle nostre Tutor e Manager, figure altamente specializzate, dotate di ampie conoscenze nel campo della didattica, nonché di un elevatissimo spessore culturale».
La Dott.ssa Krizia Bologna, dopo aver compiuto gli studi presso l’Ateneo di Pisa, quindi al di fuori del panorama universitario della Sardegna, ha deciso di rientrare sull’isola per due motivi: il primo è stato sicuramente quello della scelta di una Scuola di Specializzazione con l’indirizzo in archeologia subacquea, l’unica offerta formativa possibile è appunto quella di Oristano, e in secondo luogo perché l’offerta didattica pisana non prevedeva un percorso completo, sia a livello didattico sia per quanto riguarda le attività pratiche. L’esperienza ad Oristano certamente permette di fare un confronto con altri atenei nei quali sono completamente assenti le figure di supporto, come tutoraggio e management, e mette in evidenza come sia fondamentale per lo studente un supporto che garantisca forme di lavoro complete, serene, ed altamente qualificate e qualificanti.
La Dott.ssa Francesca Caputo, calabrese formatasi nell’Ateneo Perugino, arriva da un percorso di studi un po’differente, ma strettamente correlato all’archeologia tout – court: il Restauro e la conservazione dei beni archeologici. La sua aspirazione è quella di formarsi come archeologa subacquea, per avere la possibilità di affermarsi sia nel campo archeologico subacqueo che in quello del restauro subacqueo. Questa Scuola di Specializzazione, unica nel suo genere, ricca di attività formative e di ricerca e di attività pratiche sul campo, da la possibilità di stare a stretto contatto con docenti di fama internazionale, garanzia di una formazione d’élite attraverso seminari e ricerche in Sardegna e in altri contesti mediterranei. Si è supportati da un manager didattico e da un tutor esperto, due nuove figure professionali che seguono gli studenti in ogni attività di crescita sia formativa che umana. L’ambiente della Scuola è “familiare”, dove studiare è un piacere e dove si ha la opportunità di lavorare e vivere in prima persona tutto ciò che concerne le attività di scavo e ricognizione sia terrestri che subacquee. Ne sono un esempio le recenti campagne scavo subacqueo didattico a Mandriola (San Vero Milis OR), di ricognizione subacquea a Nabeul in Tunisia o le esperienze di scavo e documentazione grafica e fotografica dei siti di Othoca e Tharros. La valutazione conclusiva sulla scelta della Scuola di Specializzazione in Beni archeologici di Oristano risulta sicuramente positiva per la preparazione e la disponibilità dei docenti, per la professionalità dello staff dell’Ufficio di archeologia subacquea, della bibilioteca, della segreteria studenti e di tutti gli altri dipendenti del Consorzio UNO.
La Dott.ssa Marisa Caruso di Palermo ha scelto la Scuola di Specializzazione Nesiotikà perché lega la formazione archeologica all’attività subacquea, rendendola unica nel suo genere in tutto il panorama nazionale. L’offerta di alloggio data agli studenti le ha consentito di proseguire gli studi e di avviare così anche uno stage presso il Service Archéologique Municipal di Beauvais in Francia. Durante il primo anno ha avuto modo di confrontarsi con studenti provenienti da altri Atenei, italiani ed esteri. “Mi sono resa conto dell’alto livello formativo della Scuola e allo stesso tempo ho ritrovato un ambiente familiare e sereno in cui risulta piacevole lavorare e studiare. Sono state numerosissime le attività di ricerca a cui ho avuto la possibilità di partecipare (Othoca, Tharros, Isola delle Femmine e la missione Italo-Tunisina a Nabeul). Tutto ciò è stato possibile grazie alla professionalità e alle competenze della tutor e della manager. Grazie al loro lavoro la Scuola ha messo in opera seminari extra – curriculari con docenti di prestigio (come l’Accademico dei Lincei Prof. Mario Torelli) e incontri con docenti internazionali, che hanno arricchito l’offerta didattica.
L’organizzazione di conferenze stampa e l’attività di marketing che hanno fatto conoscere al grande pubblico le attività della Scuola e i suoi risultati rendono la sede universitaria oristanese un’eccellenza in questo settore. I tagli deleteri apportati denotano quindi sia un significativo peggioramento dell’offerta formativa sia un’insensibilità profonda verso la possibilità di sviluppare una realtà di lavoratori e studiosi altamente qualificati in campo archeologico che operano e producono sul nostro territorio.
La Dott.ssa Alessandra Finà, proveniente dall’ateneo di Sassari, si chiede che futuro si vuole dare ad una Scuola di Specializzazione di questo tipo se vengono fatti cadere due pilastri fondamentali, la Tutor e la Manager? Punto fondamentale di riferimento nell’attività di orientamento in ingresso e accompagnamento durante ogni momento del corso. Grazie a loro ognuno degli studenti è riuscito a sostenere anche il carico psicologico dello studio perché sono stati impartiti dei preziosi consigli su come porsi nella ricerca, sul confronto coi professori e soprattutto come muoversi nelle attività pratiche. Il pensiero è che siano pochi i casi in cui una Tutor e una Manager didattica sacrifichino il loro tempo personale per stare più a contatto con gli studenti e condividere con loro tutte le attività!!!!
La Dott.ssa Antonina Lo Porto, laureatasi presso l’ateneo di Palermo e residente ad Agrigento, sottolinea come specialmente per chi é fuori sede anzi fuori regione, le figure come quelle della tutor e della manager, siano di fondamentale importanza. Sono fondamentali nel disbrigo delle pratiche, nell’organizzazione e gestione delle nostre attività e perché non dirlo, sono importanti anche dal punto di vista umano, rendendo il nostro percorso formativo unico non solo grazie all’eccellenza e alla preparazione dei docenti ma anche nell’avere una gestione ineccepibile che ad oggi ha distinto e reso, a nostro avviso, superiore il consorzio uno rispetto alle altre scuole di specializzazione.
Il Dott. Raül Martinez Toledano, formatosi alla UAB e proveniente da Barcellona, non trova nessuna ragione logica per i tagli a cui sono sottoposte le figure del Tutor esperto e del Manager didattico della Scuola di Specializzazione in beni archeologici dell’Universitá di Sassari. Non trova ragione poiché ha potuto constatare che il loro lavoro ha un ruolo fondamentale nella gestione dei corsi; personalmente senza il loro aiuto non sarei neanche riuscito ad iscrivermi. Ie loro figure di tramite fra noi specializzandi stranieri e le attività della scuola è fondamentale, in più la loro dedizione rende più semplice superare le difficoltà legate allo studio ed alla logistica. La realtà da cui provengo ha già affrontato, e con scarsi risultati, questa politica di tagli indiscriminati. Il caso di Oristano rappresenta un’eccellenza, la formazione, la cultura e lo studio rendono grandi le nuove generazioni ed i paesi che le ospitano; perché rovinare tutto con dei tagli ingiustificati ad un personale che compie oltremodo un lodevole lavoro?
La Dott.ssa Federica Mazza, di Livorno e laureatasi a Pisa, ha scelto questa Scuola dopo un’attenta analisi dell’offerta formativa in Italia e all’estero, alla ricerca di un’alta formazione archeologica subacquea. Grazie alla professionalità sia del personale docente che, in particolare, della manager e della tutor esperto ha piacevolmente constatato che la sua scelta è stata oculata. La Scuola, infatti, le ha donato profonde conoscenze in campo archeologico e nell’indirizzo scelto, gli strumenti per operare una ricerca scientifica matura e consapevole e una formazione sul campo di grande importanza, sia come numero di ore che come metodologia di scavo archeologico. Ha potuto confrontarsi con molte realtà all’avanguardia sia italiane che straniere, conoscere e lavorare al fianco di archeologi di chiara fama acquisendo competenze sempre maggiori. Vedere cambiare l’ossatura portante di questa scuola in corso d’opera genera qualche perplessità: perché deve essere tagliato un lavoro di così alta qualità? Ciò andrebbe oggettivamente a detrimento della Scuola stessa, la qual cosa spiacerebbe parecchio data l’eccellenza del lavoro che fin qui ha dimostrato di poter portare avanti.
La Dott.ssa Lorena Randazzo, di Siracusa, formatasi all’Università degli Studi di Catania, tiene a precisare che dopo un’ accurata valutazione dell’offerta formativa post-laurea in Italia ha deciso di iscriversi presso la scuola di specializzazione in Archeologia di Oristano per la particolarità dell’indirizzo subacqueo, unico in Italia come in tutta Europa. Qui ha avuto la possibilità di approfondire la sua preparazione ma soprattutto di mettere in pratica ciò che ha appreso durante gli anni universitari partecipando a campagne di scavo come quello di Tharros, Othoca e Nabeul in Tunisia e di approcciarsi al mondo del lavoro attraverso il tirocinio formativo presso il “Galata, Museo del mare” di Genova. Ma i seminari, le campagne di scavo, i tirocini formativi e tutte quelle attività che fanno di questa scuola un eccezione nel panorama formativo italiano, non si sarebbero potute concretizzare senza l’ impegno e la professionalità della tutor e della manager didattica. Il loro lavoro è stato fondamentale sia nell’organizzazione delle attività della scuola ma anche da un punto di vista didattico visto che hanno partecipato insieme a noi alle varie campagne di scavo mettendo a nostra disposizione le loro competenze da archeologhe. L’eccellenza di questa Scuola non dipende esclusivamente dalla fama dei docenti che tengono i seminari o dalle attività di ricerca. Occorre riconoscere il ruolo fondamentale di chi, lavorando dietro le quinte con professionalità e dedizione, ne garantisce il funzionamento. I recenti tagli al personale avranno come conseguenza una gestione meno accurata delle attività, e quindi, un abbassamento di quel livello formativo che ha portato la Scuola di Specializzazione in Archeologia di Oristano a distinguersi nel panorama dell’istruzione superiore in Italia.
La Dott.ssa Chiara Rossi ha avuto modo di conoscere diverse realtà universitarie italiane prima di arrivare all’Università di Sassari, nello specifico al Consorzio UNO: l’Università Statale di Milano, dove ha conseguito il diploma di laurea triennale, e l’Università di Pisa per la laurea specialistica. La scelta del Consorzio Uno è stata data non solo per il corso di studio, che risulta essere unico sul suolo nazionale, ma anche per i servizi che questa Università offre. Figure reali e non solo su carta, come il Tutor e il Manager didattico le hanno dimostrato come nell’Università gli studenti non sono solo numeri o fattori economici, ma l’hanno guidata per un anno intero e l’hanno sostenuta consigliandola e ponendo attenzione alle sue necessità di studente ma soprattutto di persona. Solo nel mondo anglosassone ha potuto trovare un tale rapporto ed è per questo motivo che continua ad essere iscritta all’Università di Sassari – Consorzio UNO. Si ritiene davvero che il sistema possa reggere senza queste figure, che nelle persone di Adriana Scarpa e Luciana Tocco, hanno mostrato il meglio di questa istituzione? La Dott.ssa chiede che vengano trattate con correttezza e con il rispetto che meritano, perché molto di ciò che è stato fatto e che si farà non sarebbe possibile senza il loro impegno. Se l’Università di Sassari, e nello specifico il Consorzio UNO, desidera davvero diventare una punta di diamante nel sistema formativo italiano ed europeo allora non bisogna denigrare la funzione di queste due figure, perché sono parte integrante delle vostre e nostre fondamenta.
Mercoledì, 12 marzo 2014
fonte:http://www.linkoristano.it/

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