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La Speleogia subacquea è una continua fonte di scoperte scientifiche

La Speleogia subacquea è una continua fonte di scoperte scientifiche
By Andrea Scatolini on gennaio 13th, 2018

“Mi sono immerso in centinaia di grotte sottomarine alla ricerca di nuove forme di vita.
Per studiare la biologia e l’ecologia delle grotte marine e della fauna marina che le popola, gli speleosub si immergono per esplorare questi ecosistemi unici e stimolanti”.
Intervista con Tom Iliffe, Texas A&M University pubblicata su Kdminer.com (ma potevamo farla anche meglio a Raffaele Onorato, speleosub pugliese)
Forse quando si immagina un professore universitario che fa ricerca, si pensa a un laboratorio sterilizzato con provette e frigoriferi, o magari ad archivi polverosi con manoscritti ammuffiti in una biblioteca scarsamente illuminata, o magari di uscire sul campo per esaminare nuove tecniche di coltivazione o metodi di allevamento.
Poi c’è quello che fanno gli speleosub: immersioni in grotta. Per studiare la biologia e l’ecologia delle cavità costiere, delle grotte di acqua salata e della fauna marina che le popola, gli speleologi subacquei vanno sottoterra e sott’acqua per esplorare questi ecosistemi unici e stimolanti. “Spesso andiamo in posti dove nessun altro umano è stato prima. Mentre le cime delle montagne più alte possono essere viste da un aereo e le profondità del mare mappate con sonar, le caverne possono essere esplorate solo di prima mano”
In tutto il mondo, dall’Australia al Mediterraneo, dalle Hawaii alle Bahamas e nei Caraibi, Tom Iliffe ha esplorato più di 1.500 grotte sottomarine negli ultimi 40 anni. L’esperienza può essere mozzafiato. Quando sei giù da 60 a 100 piedi in una grotta che ha luce zero ed è lunga 20 miglia, non sai mai cosa stai per vedere mentre giri l’angolo successivo.
Il mio obiettivo principale è la ricerca di nuove forme di vita, per lo più crostacei bianchi e senza occhi, adattate specificamente a questo ambiente totalmente buio e povero di cibo. L’immersione nelle grotte è uno strumento essenziale nelle nostre indagini poiché le caverne che mi interessano sono piene d’acqua: in genere uno strato di acqua dolce o salmastra sulla superficie e poi acqua salata a una profondità di 10 o 20 metri o più.
Non c’è altro modo per accedere a queste aree inesplorate. CONTINUA…

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