Grazie alle segnalazioni di Giampaolo Mirabile, profondo conoscitore dei fondali di Torretta Granitola (Campobello di Mazara TP), è stata effettuata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana una ricognizione archeologica subacquea in queste acque per verificare e soprattutto valutare, la consistenza dei rinvenimenti, la loro esatta configurazione, datazione e potenzialità.
Sono state effettuate immersioni guidate da Sebastiano Tusa con la collaborazione di Alessandro Urbano e con la partecipazione di Gaetano Lino e dello stesso Mirabile che ha indicato le varie località da indagare.
La prima immersione è stata effettuata nel tratto di mare tra le località costiere di Puzziteddu e Kartibubbo. Qui su un fondale roccioso con ampie spianate di sabbia sono stati raccolti numerosi arnioni di selce verosimilmente proveniente dal basso Belice. Si tratta di pietra molto utilizzata nella più remota preistoria (soprattutto durante il Paleolitico e il Neolitico) la cui collocazione a circa m 4 di profondità potrebbe indicare ciò che resta di un relitto di nave che trasportava tale mercanzia. O, più probabilmente, ciò indicherebbe che in quella località oggi in fondo al mare un tempo ci fosse un insediamento abitato preistorico quasi completamente distrutto dall’innalzamento del livello marino.
Nei pressi dell’area in questione si sono identificati due ceppi di ancora del tipo ammiragliato con globuli ingrossati alle estremità, dei quali uno con la croce. Tali ceppi sono verosimilmente da mettere in relazione ad una lunga e grossa catena che giace sul fondo del mare poco distante. E’ molto probabile che, sia la catena che i ceppi, si riferiscano all’ancoraggio di una grossa nave che nel XIX secolo tentò di salvarsi in seguito ad una forte mareggiata e finì per affondare lasciando di se poche tracce in alcuni brandelli di legno ancora incastrati tra le rocce.
La seconda immersione è avvenuta in area “Puzziteddu”” dove dalla foto satellitare avevamo individuato una struttura dal perimetro quadrangolare sui cui bordi