World Ocean Day 2017
di Andrea Mucedola
Oggi, 8 giugno, si celebra in tutto il mondo il World Ocean Day, ovvero la Giornata Mondiale degli Oceani. La domanda che ci poniamo è sempre la stessa: cosa possiamo fare per salvare il nostro futuro? La risposta è complessa e semplice nello stesso tempo: dobbiamo cambiare il nostro stile di vita. La verità è che non bisogna essere grandi per poter dare un nostro contributo all’ambiente, ci basta fare piccole azioni per un futuro migliore. Ma perchè siamo arrivati a questo punto?
Una via faticosa per correggere gli errori del passato
Il deterioramento dell’ambiente globale è sotto gli occhi di tutti ed è strettamente collegato agli attuali modelli di consumo e produzione che hanno dimostrato di essere insostenibili. L’incremento esponenziale della produzione e dei consumi, iniziato con l’era industriale, ha visto negli ultimi 50 anni una rapida trasformazione del rapporto tra gli esseri umani e il mondo naturale con un ab-uso sempre maggiore delle risorse naturali che ha comportato a sua volta un degrado ambientale sempre più tangibile (UNEP , 2015). L’aumento della produzione e del consumo, in tutti i settori, genera una grande quantità di rifiuti che, in gran parte, terminano la loro vita in mare. Il mare diviene quindi un grande ricettacolo dell’incapacità umana di gestirsi. Questo comportamento mi ricorda una frase del Dalai Lama: “Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi. perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.» L’approccio dell’Umanità, specialmente nel mondo occidentale, è quello di cercare di rimediare ai propri errori senza prevenirli. Uno strano modo di pensare al futuro. Non esiste nessuna leadership che può giustificare scelte estreme che provochino morte ed estinzione continua… http://www.ocean4future.org/archives/13970