Un tesoro dal mare I cannoni di un vascello sui fondali di San Cataldo Guarda le foto Risorse correlate FOTO: Guarda le foto I fondali dell’Adriatico continuano a restituire gli antichi tesori perduti da secoli. Manufatti ed oggetti che ancora una volta ci proiettano indietro nel tempo, raccontandoci come in un libro di storia la cronaca di un passato fitto di scambi commerciali, traffici di navi e di eserciti, ed antiche scorrerie corsare. Nell’estate 2010, a Torre Chianca, vennero alla luce due splendide anfore romane destinate al trasporto dell’olio. Ed ora è la volta di una nuova scoperta che potrebbe svelare risvolti ancor più sorprendenti. Nelle acque di San Cataldo, non lontano dall’oasi delle Cesine, i sub della Guardia costiera hanno individuato cinque cannoni adagiati sul fondo, disposti in fila e ricoperti da alghe e incrostazioni. Pezzi d’artiglieria navale che in base ad una prima osservazione potrebbero risalire al XVIII secolo. A poca distanza dai cannoni, parzialmente celati dalla sabbia, anche dei manufatti non bene identificati ma che sicuramente appartenevano all’arsenale di un vascello. Ed è questa la prospettiva più interessante. Chi ha condotto la ricognizione, non esclude che il sito possa celare ancora parti di un antico relitto o frammenti di fasciame ricoperti dalla sabbia. Ma come si è arrivati alla scoperta? A raccontarcelo è Roberto Reale, comandante del nucleo della Guardia costiera di San Cataldo, che ha organizzato e coordinato la ricerca. «La segnalazione ci è arrivata alcuni giorni fa da un diportista che aveva notato i manufatti sul fondo», fa sapere Reale. «Gli abbiamo chiesto di fornirci le coordinate ed abbiamo individuato il punto esatto con il sistema Gps. Una volta trovato il sito con il gommone – continua Reale – i miei collaboratori hanno svolto una ricognizione subacquea confermando la presenza dei manufatti. La forma faceva presumere che fossero dei cannoni, così ho subito allertato il nostro nucleo subacqueo e la Sovrintendenza di Taranto. Da Roma hanno autorizzato l’operazione ed i sub sono arrivati da San Benedetto del Tronto». Attrezzati con mute e bombole, gli specialisti hanno effettuato una serie di immersioni per ispezionare i fondali. Il lavoro, svoltosi con la supervisione della Sovrintendenza, è durato due giorni ed è terminando ieri pomeriggio. I riscontri sono stati incoraggianti, tanto che anche la Sovrintendenza archeologica ha programmato lo studio del sito. «Non solo è stata confermata la presenza dei cannoni e degli altri manufatti, giudicati molto interessanti – spiega Reale – ma il comandante del nucleo di San Benedetto del Tronto ha ipotizzato possa esservi anche un relitto». E se questo davvero esiste non si tarderà ad averne notizia. L’ufficio circondariale della Guardia costiera di Otranto ha già fatto sapere che «le attività di monitoraggio ed indentificazione del sito di interessa archeologico proseguiranno nei prossimi mesi, allo scopo di documentare e qualificare quanto più dettagliatamente possibile i reperti. Tali operazioni – ha concluso – sono il frutto dell’impegno incessante della Guardia costiera per la tutela dello straordinario patrimonio archeologico sommerso».
fonte:lagazzettadelmezzogiorno.it
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