Un tuffo dove l’acqua è più blu? L’hanno fatto i soci e gli ospiti del Rotary Club Napoli Castel Sant’Elmo durante una conviviale a Villa Lancellotti in cui a parlare era Claudio Ripa, classe 33, mondiale di pesca subacquea, grande esperto delle profondità e fondatore e socio onorario del sodalizio vomerese. Cavaliere della Repubblica al merito sportivo, presidente nazionale delle commissioni archeologia fotografica e didattica della federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee del Coni, Claudio Ripa ha vinto due tridenti d’oro di cui uno alla carriera con Folco Quilici; svolge attività sportiva e professionale nel campo biologico, archeologico e geologico. Rotariano doc ha ricevuto quattro Paul Harris, presidente del Club Sud Ovest e assistente del Governatore, e fondatore del Sant’Elmo presieduto da Costabile Guida. Insomma, un personaggio. Vive di mare e parla di mare, la sua vita, scoprendo e proponendo sempre aspetti diversi. “Ho iniziato da piccolissimo seguendo mio padre, Pasquale Ripa – ha esordito il conversatore mentre in un video curato da Sergio Coppola e Michele Stefanile, scorrevano le immagini delle sue immersioni più belle – durante le sue quotidiane battute di pesca nel golfo di Napoli e in quello di Pozzuoli. All’inizio della mia carriera di pescatore praticavo anche altri sport, poi quando nel 51 ho vinto il mio primo titolo Italiano mi sono dedicato solo alla pesca in apnea”. Dal mare di Mergellina a quello delle Maldive passando per gli oceani di tutto il mondo: il filmato presentato da Ripa racchiude i momenti più importanti e i ritrovamenti più sensazionali della sua ricerca subacquea, anche – e soprattutto- a livello archeologico. Animali straordinari come rane pescatrici dalle buffe attività (vivono sotto la sabbia e con un ciuffetto all’estremità di un’antenna tipo canna da pesca, attirano le prede), pesci sanpietro, scorfani, cernie-attirci che vengono nutrite dai subacquei con dei sacchetti pieni di polipi; e poi colori incredibili di stelle marine, gorgonie, coralli variamente ramificati come quello nero che si trova solo a 50 metri di profondità. E giù, per grotte inesplorate a cercare seppie addomesticate, paguri bernardo, attinie, granseole, branchi di pesci dai nomi difficili, anemoni… Ma quella di Claudio Ripa non è solo una semplice conversazione, ma una vera e propria denuncia anche dei “nemici del mare”, di quelli che distruggono gli scogli con i picconi alla ricerca dei datteri e nei confronti di coloro che usano il mare come pattumiera gettando i più svariati rifiuti e detriti di costruzioni, carcasse di auto e motorini. Nelle profondità si trova di tutto, davvero, dai relitti di aerei ad intere città sommerse. E su questo punto Ripa fa un’amara riflessione: “Esiste un cerchio di omertà tra i predoni del mare – afferma in conclusione Ripa – e lo dico perché penso a quanto abbiano sofferto le antichità sommerse della Campania, proprio ad opera di costoro, e di quanto sarebbe stato possibile arricchire il patrimonio degli studi subacquei nel nostro paese se essi fossero stati incoraggiati ad operare a vantaggio della comunità, a lavorare per la scienza, come quei pochi dei quali mi onoro di far parte”.
Fonte: http://www.napoli.com
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