Sub della Marina al Polo Sud: immersioni da brivido per test scientifici.
Il racconto di CORRADO RICCI
Giuseppe Tangari durante la spedizione in Antartide
La Spezia, 17 febbraio 2016 – NEI SUOI 25 ANNI di onorata carriera di subacqueo ne ha viste di tutti i colori. Ma quelli rimasti impressi nella sua mente negli ultimi quattro mesi di prodezze subacquee sono stati da… brivido, nel vero senso della parola. Questione di temperature-freezer e di scenari esclusivi. Questione di Antartide. Giuseppe Tangari, 44 anni, capo di prima classe della Marina, palombaro del Comsubin (Comando subacquei e incursori) da alcuni giorni è tornato alla base del Varignano, nel Golfo della Spezia, dopo la missione nel continente bianco. È tornato ad apprezzare, oltre ai tepori invernali, il buio. Sì, laggiù, per quattro mesi, il tramonto cedeva il passo all’alba.
Sempre giorno, nell’arco delle 24 ore: «L’estate dei pinguini, nella quale la colonnina del mercurio, sul pack, scende a meno trenta e ci si ristora nuotando sotto la coltre di ghiaccio» dice Giuseppe che, alla fine del mondo, ha coordinato un team di ricerca subacquea composto da un altro operatore del Comsubin, da altri due militari (un carabiniere e un sottufficiale dell’Esercito) e da un biologo dell’Enea.
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