Scienziati in fondo al mare
La tipica giornata di un ricercatore si divide tra lavoro al computer e gli esperimenti nel laboratorio. Per alcuni di questi ricercatori il laboratorio è però particolare e lavorarvi richiede non di indossare il camice ma la muta e le bombole. Sono gli “scientific divers” o subacquei scientifici.
L’origine della subacquea scientifica è molto più antica di quanto si possa pensare. Nella primavera del 1844 Henri Milne Edwards, un naturalista, fu tra i primi ad utilizzare un rudimentale apparato per esplorare e studiare i fondali della Sicilia. Il sistema era costituito da un largo elmetto aperto al fondo e collegato alla superficie con un tubo di gomma attraverso il quale l’aria veniva pompata usando un compressore a mano. La profondità era estremamente limitata ed il ricercatore poteva solo camminare sul fondale attento a mantenere una posizione eretta per evitare la fuoriuscita dell’aria dal fondo dell’elmetto. Nonostante queste limitazioni Edwards fu il primo biologo marino a descrivere le biocenosi del litorale marino. Col passare del tempo le apparecchiature subacquee sono progressivamente migliorate ma è solo con l’avvento dei sistemi scuba che una diffusione dell’attività di immersione scientifica è stata possibile grazie alla riduzione nei costi dei materiali e soprattutto al fatto che il subacqueo era finalmente libero di muoversi senza vincoli con la superficie. Oggi, ogni anno, vengono effettuate migliaia di immersioni scientifiche supportando ricerche nei più svariati campi. Geologia, biologia, archeologia, medicina sono tutti settori che traggono giovamento dalla possibilità per i ricercatori di lavorare sott’acqua.
un ricercatore mentre usa una sonda multi-parametrica per il monitoraggio della colonna d’acqua – foto archivio Caramanna
Una delle organizzazioni più attive nell’ambito della ricerca scientifica subacquea è l’Accademia Americana di Scienze Subacquee (American Academy of Underwater Sciences AAUS). Fondata nel 1977 negli Stati Uniti d’America è l’ente di riferimento per tutti quei ricercatori che usano l’immersione come strumento di indagine. La AAUS ha sviluppato un insieme di regole e procedure che garantisce la sicurezza delle immersioni e la qualità del lavoro di raccolta dati. Tra i membri della AAUS vi sono università, enti di ricerca, musei e compagnie private; tutti accumunati dalla necessità di lavorare sott’acqua come parte della loro attività di ricerca. La figura professionale del ricercatore scientifico subacqueo è chiaramente definita e differenziata da quella di altri professionisti quali istruttori di immersione ed operatori tecnici subacquei (commercial divers). Corsi di formazione sono in genere forniti da università ed enti di ricerca per gli studenti ed i dipendenti. La comunità scientifica subacquea statunitense vanta un invidiabile record di sicurezza con un numero di incidenti dieci volte più basso di quello delle immersioni ricreative a prova della validità delle procedure adottate e del rigore nell’applicazione delle norme di sicurezza.
Uso di traccianti per lo studio dei flussi idraulici – foto archivio Caramanna
In Europa, nel 2007, si è formalizzato l’European Scientific Diving Commitee che nel 2009 è diventato parte del Marine Board della European Science Fundation e rinominato European Scientific Diving Panel (ESDP). Lo scopo dell’ESDP è di promuovere iniziative scientifiche pan-europee che utilizzino l’immersione scientifica come strumento di ricerca. Una serie di standard sono stati sviluppati per garantire qualità e sicurezza degli operatori scientifici subacquei. Ad oggi 31 stati hanno formalmente aderito all’ESDP favorendo la libera circolazione dei ricercatori e partecipando a missioni congiunte di ricerca. Negli ultimi anni ESDP e AAUS stanno lavorando insieme per creare un reciproco riconoscimento dei propri membri così da facilitare collaborazioni tra America ed Europa nell’ambito della ricerca scientifica subacquea. In Italia nel 2010 si è costituita l’Associazione Italiana Operatori Scientifici Subacquei (AIOSS) che ha un suo rappresentante presso lo ESDP. La AIOSS raggruppa un ampio numero di professionalità che utilizzano l’immersione come strumento di ricerca. Attestati di subacqueo scientifico Europeo vengono rilasciati in conformità con gli standard della ESDP e sono validi per cinque anni. Tra i membri della AIOSS vi sono università, enti di ricerca ed organizzazioni private.
Campionamento di acqua da un’emissione geotermica sommersa – foto archivio Caramanna
Scegliere di fare del mare il proprio laboratorio è oggi possibile grazie al lavoro e alle esperienze di chi ci ha preceduto. Le potenzialità di indagine sono limitate solo dalla fantasia e dalla capacità del ricercatore. Quello che è importante sottolineare è che l’immersione è solo uno strumento, e non il fine, per l’attività di ricerca scientifica subacquea e che quindi una solida formazione tecnico-scientifica è fondamentale per avere scienziati sul fondo del mare.