Rete dei Parchi Marini in Liguria (REMARE = Rete MARE): risultati 2010 e proposte 2011
Nonostante l’apparente uniformità del mare visto dalla superficie, i fondi marini sono ambienti estremamente diversi gli uni dagli altri, per forma (scarpate, pianure, salti di roccia), tipologia del materiale che li costituisce (roccia, sabbia, fanghi, ghiaie), e insieme dei popolamenti animali e vegetali che li abitano. La Liguria costituisce uno degli hot spot mediterranei per il turismo legato al mare, grazie ad un patrimonio paesaggistico, storico e culturale unico, ma parte del suo carisma è dovuto anche all’unicità dei fondali; siamo la regione con la maggiore concentrazione di parchi marini per unità di costa, e il subacqueo rappresenta qui lo spettatore efficace di ambienti estremamente diversificati, percorrendo l”arco” da levante e ponente, che con circa 100.000 immersioni l’anno porta la rete dei parchi liguri sul gradino più alto, come frequentazione, nel mediterraneo. Il 4 giugno 2010 è nata la Rete dei Parchi Marini Liguri. In un momento in cui l’ambiente e la sua tutela pur costituendo il fiore all’occhiello di un turismo di massa, subiscono un drammatico ridimensionamento economico che pregiudica l’esistenza stessa dei parchi, i Parchi Marini Liguri riescono ad avere la forza di lavorare insieme e di programmare le comuni strategie future: non ci si può limitare alla protezione di una singola area, ma bisogna assumere una “visione d’insieme”! Non è di grande utilità proteggere limitate parti di territorio, distruggendo o alterando tutto il resto. Per giungere a ciò bisogna promuovere attività di studio e di ricerca interdisciplinare, finalizzate a definire proposte operative ed un sistema gestionale “di rete” per rendere più semplice lo svolgimento delle varie attività di fruizione. Ci siamo fin da subito occupati di attivare progetti comuni: monitoraggio dell’impatto antropico e valutazione di eventuali misure di mitigazione impiegando 7 ricercatori junior coinvolti per un totale di 1220 h di raccolta dati; si stanno valutando le pressioni da pesca; si è monitorata la pesca “speciale” al rossetto nelle acque delle AMP e zone limitrofe; valutazione dell’effetto riserva sulla comunità ittica attraverso un primo censimento, sviluppato attraverso 38 immersioni di campionamento scientifico svolte dagli stessi ricercatori sub; creazione di un portale rete, sistemi Gis e Web-Gis di gestione delle banche dati e altro ancora. I risultati verranno presentati il 19 novembre all’Acquario di Genova (dopo solo 5 mesi dalla nascita della rete). Ma non solo, la rete deve servire anche per intensificare la comunicazione più prettamente “conservazionistica” tra i diversi parchi e far convergere le energie in strategie comuni divulgative atte ad educare alla conoscenza e tutela dell’ambiente i suoi fruitori. Per esempio: nell’estate 2010, la comparsa di uno dei rari esemplari di foca monaca (uno delle 10 specie animali a più alto rischio di estinzione al mondo) nelle acquee dell’AMP Portofino ha permesso di sviluppare protocolli di allerta e monitoraggio in tempo reale; la comparsa di 2 specie tropicali di pesci a Bergeggi, il Pomadasys incisus dell’atlantico centro orientale ed il pesce flauto del Mar Rosso (Fistularia commersonii), ha incentivato i monitoraggi relativi alle specie aliene e invasive e intensificato la raccolta di dati ambientali, quali per esempio la temperatura, che favoriscono queste migrazioni. Vorremmo essere la prima rete reale fra Aree Marine siano esse regionali (le ATM) o nazionali (le AMP) che riesce a coordinarsi in un lavoro comune; ma per fare questo ci serve anche una maggiore visibilità, una maggiore comprensione del valore della Rete. In altre parole, è di fondamentale importanza riuscire a comunicare gli enormi sforzi che questi enti, nonostante gli scarsi finanziamenti, stanno affrontando! Noi vogliamo migliorare la situazione di queste realtà sociali e territoriali, e per farlo, AGIAMO. Quello che vi chiediamo è di aiutarci nel comunicare la nostra esistenza e il nostro lavoro!
fonte:portofinoamp.it
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