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Relitto romano di Acitrezza (CT)

By 31 Marzo 2017Aprile 13th, 2017No Comments

Relitto romano di Acitrezza (CT) photo Massimo Ardizzoni
Sono stati effettuati nel mese di Luglio dalla Soprintendenza del Mare
una serie rilievi fotografici e prelievi di reperti sul relitto romano
di Acitrezza, al fine di creare il primo rilievo tridimensionale
propedeutico ai prossimi lavori scientifici.
La campagna si è svolta con la collaborazione tecnica del diving
“Oceano Mare” di Massimo Ardizzoni che ha realizzato le riprese
fotografiche, e con il supporto logistico del diving DNA Shock di
Catania. Sotto la direzione del Soprintendente del Mare Sebastiano
Tusa, l’archeologo responsabile di zona Philippe Tisseyre ha coordinato
le operazioni di rilievo e documentazione, mentre l’elaborazione dei
dati in 3D è stata realizzata da Salvo Emma.
Il carico, complesso, si presenta come un cumulo di anfore di almeno
cinque tipi ed è molto interessante per quanto riguarda le nuove
problematiche della navigazione segmentaria nell’antichità e della
redistribuzione dei carichi anforistici. Almeno due tipi di anfore
rinvenute su questo relitto non sono state finora documentate in un
carico (anfore globulari e di piccolo modulo). E’ prevista a breve una
ricerca sugli impasti per determinare – se possibile – il tipo di
argilla e la localizzazione delle fornaci di produzione.
Il relitto si trova tra i 65 e gli 80 metri di profondità ed è stato
segnalato per la prima volta nel 2011 da G. Camaggi e G. Tomasello;
successivamente il gruppo di esploratori subacquei del team
“Rebreather Sicilia”, in collaborazione con la Soprintendenza del Mare,
ha effettuato la prima documentazione video fotografica dando vita al
progetto “Ombre dal fondo”. Dopo i primi rilievi tecnici effettuati nel
2015, la Soprintendenza del Mare sta effettuando adesso lo studio di
dettaglio del relitto e del suo carico. All’inizio del mese i luglio
2016, in collaborazione con Oceano Mare di Massimo Ardizzoni, DNA Shock
di Catania e con la locale Capitaneria di Porto, è stato effettuato il
recupero di due anfore al di fuori del carico principale: un’anfora
Dressel 1C e un’anfora di piccolo modulo appartenente alla morfologia
delle anfore greco-italiche. Il carico più consistente è composto da
anfore greco italiche “di transizione” provenienti dalla Campania o
dall’Etruria e di alcune anfore Dressel 1C, mentre il rilievo 3D ha
messo in evidenza alcune anfore del tipo lamboglia 2/greco-italica, già
trovate in associazione su altri relitti nel Mediterraneo. Ciò potrebbe
suggerire anche vari scali adriatici ma anche la presenza nelle
vicinanze di un “hub” di ridistribuzione delle anfore. La datazione
complessa, inerente le problematiche ancora aperte su queste tipo di
anfore, è da situare intorno al II secolo a.C., probabilmente metà-fine
del secolo.

Per effettuare la ricostruzione 3D sono state scattate dal fotografo
subacqueo Massimo Ardizzoni oltre 1500 fotografie che consentiranno la
realizzazione di un modello tridimensionale. Da una prima elaborazione
si è notata la presenza di tre zone dove non sono presenti reperti, ma
ciò che in un primo tempo sembra segnalare qualche furto ad opera di
tombaroli, potrebbe invece risultare la presenza di elementi del carico
deperibili (casse di vimini, ecc.), interpretazione rafforzata dalla
pluralità del carico.
Oltre alle anfore, sono state già individuate le due ancore in piombo
con ceppo e contromarra dell’imbarcazione ancora in situ, alcune tegole
e un lungo tubo di sentina sopra le anfore, sottolineando il processo
formativo del relitto probabilmente rovesciato di tre quarti sul
fondale.
Lo studio in corso permetterà di ricostruire oltre al carico, la sua
disposizione e le caratteristiche della nave (ca. 15 metri di lunghezza
e 4 di larghezza), aggiungendo un tassello alla la rotta delle
imbarcazioni commerciali lungo la costa catanese e alla sua
interportualità, sottolineando la notevole importanza di scali come
quello delle Isole dei Ciclopi, citato anche nell’Eneide, probabilmente
legata anche a motivi cultuali.
Nelle prossime settimane, con l’appoggio della Capitaneria di Porto,
un robot sottomarino a controllo remoto (ROV) perlustrerà ulteriormente
l’area intorno al relitto, verificando l’eventuale presenza di altre
parti del suo carico. I risultati degli studi che la Soprintendenza del
Mare sta effettuando verranno presentati e discussi durante il V
Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea che si terrà a Udine nel
prossimo mese di Settembre.
La campagna di ricognizioni sul relitto proseguirà per tutto il mese
di luglio 2016.
Il sito, regolato dall’ordinanza dalla Capitaneria di Porto di Catania
121/2011, è tuttora visitabile, a condizione di essere in possesso di
brevetti tecnici e sotto la guida dei diving center autorizzati dalla
Soprintendenza del Mare.

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