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In memoria di un uomo caduto nel compimento del proprio dovere. Wolfrang Galletti

By 25 Gennaio 2020Febbraio 2nd, 2020No Comments

Riceviamo e pubblichiamo:

In memoria di un uomo caduto nel compimento del proprio dovere.

La tragedia dell’incidente accaduto a Wolfrang Galletti, il sommozzatore, deceduto in seguito ad un incidente subacqueo durante operazioni al largo delle coste dell’Angola, ha colpito profondamente il mondo del lavoro subacqueo professionale. Come è normale che sia per la perdita di una vita umana.
E sono legittime tutte le domande che vengono poste per conoscere la dinamica di un incidente che succede in un ambito dove il “fattore sicurezza” è la priorità fondamentale di ogni progetto esecutivo.

Nelle ore a seguire i media-social venivano informati e la notizia ha fatto il giro del “mondo subacqueo”. Sconcerto, costernazione, messaggi di condoglianze, di vicinanza e di protesta sono la norma quando una vita umana si perde per un infortunio sul lavoro. Ma come ormai è consueto nel mondo dei social l’argomento viene intercettato da chi non ha come interesse la dignità e la sicurezza dei lavoratori, ma l’interesse per il proprio orticello fatto di espedienti e diviene pretesto per scrivere sciocchezze, reprimende, speculazioni e anche sciacallaggio.

Ma il settore professionale subacqueo è un mondo piccolo. Ci si conosce in maniera diretta o indiretta, un po’ tutti. E, quindi, al di là delle infamie, chi per mestiere si occupa di lavoro subacqueo sa ben distinguere responsabilità colpose da responsabilità dolose, da negligenza proditoria o dalla errata valutazione di un rischio correlato.
Si è detto e scritto che Wolfrang non avesse “titoli” ed esperienze necessarie per la funzione e la mansione che stava svolgendo. Si sono fatte circolare notizie infamanti e calunniose che, però, hanno trovato un muro di doveroso ed etico silenzio prima di tutto da parte del team che operava assieme a lui. E la reazione dei colleghi che erano con lui è il primo e più rilevante segnale che ascrive l’evento ad un fatto imponderato. La postura è stata nobile e altamente professionale: l’intero team e l’equipaggio di supporto si sono rifiutati di sospendere le operazioni e di sbarcare dalla struttura offshore.

Hanno continuato le operazioni nelle quali ha perso la vita una persona per bene, uno di loro, ed un tecnico di alto livello morale e professionale. Loro e solo loro sanno cosa succedeva a bordo. E saranno loro e solo loro a certificare la dinamica degli eventi. E saranno le doverose indagini della magistratura a trarre le conclusioni. Ogni altra considerazione offende la memoria di un professionista che in altri ambiti avrebbe come epitaffio: Caduto nel Compimento del Proprio Dovere.

Galletti Wolfrang era un OTS che aveva acquisito il suo primo brevetto di Air Diver e Chamber Operator presso l’ENFAP di Trieste nel 2002. Si è specializzato Closed Bell Diver presso HSE in Inghilterra, ha partecipato, qualificandosi Closed Bell e Diving Supervisor, ai corsi dell’Interdiver Services Ltd e riconosciuto da IMCA quale Air Diving Supervisor e Closed Bell Supervisor e da HSE UK, era un saldatore subacqueo certificato. Aveva una padronanza dell’inglese al 73% e dell’inglese tecnico del 100%. Ed una esperienza nei vari ruoli dal Basso Fondale alla Saturazione in molti teatri di livello internazionale con aziende che quando leggono un curriculum lo fanno ben sapendo e conoscendo il mondo al quale il candidato fa riferimento. La memoria di Wolfrang, e di altri come lui, merita l’impegno a sviluppare ulteriore coscienza verso la Sicurezza, che è e rimane il valore più alto che un’azienda seria e strutturata mette in campo. Non saccente o il ricercare capri espiatori per celare responsabilità oggettive o soggettive. Umiltà e capo chino di fronte alla perdita di una vita umana. Ma anche maggiore sprone e monito affinché questi fatti possano servire a migliorare ed elevare ulteriormente procedure, metodi, informazione, condivisione della valutazione dei rischi e crescita professionale del fattore umano.

In questi anni AISI con le aziende che la costituiscono non è stata con le mani in mano. Si è battuta con caparbio e quotidiano impegno per avere una norma tecnica, la UNI 11366,che al fine è divenuta una legge dello Stato. E lo ha fatto con sacrifici economici, finanziari, di persone in rappresentanza di Istituzioni, Università, mondo della Ricerca. Ed essa ha contribuito ad elevare le condizioni di sicurezza del mondo del lavoro italiano tutto. Dalle più piccole realtà alle aziende strutturate. Un percorso non facile che non si considera concluso. Ha dato autorevolezza e dignità del settore in un contesto dove eravamo considerati la Cenerentola d’Europa. Molte altre attività ed iniziative, dalla formazione professionale ai tavoli internazionali come EDTC, nelle istanze al Governo e ai Ministeri, AISI non ha fatto mancare la voce dei subacquei professionisti italiani ottenendo con molta fatica ed ostacoli quei riconoscimenti che si devono ad un settore nobile di uomini, storia ed eccellenze. Come sempre si è vigili ed attenti, non abbiamo bisogno di certificarlo con le chiacchiere.

E non da ieri. E nel mentre si continua ad operare, tutti i giorni, affinché non si debba più deporre una croce di ferro sul bracing di una piattaforma.

Giovanni Esentato Segretario AISI

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