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Archeologia SubacqueaNews

In Kenya per una Missione archeologica in collaborazione con i musei nazionali del paese africano

By 16 Novembre 2017No Comments

La Soprintendenza del Mare in Kenya per una Missione archeologica in collaborazione con i musei nazionali del paese africano
Missione archeologica congiunta della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e dei Musei Nazionali del Kenya a Malindi-Ngomeini Bay nella Baia di Ngomeini.
La missione è stata sostenuta dall’Istituto Italiano di Cultura di Nairobi / Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nell’ambito di un progetto già avviato nel 2016 con l’obiettivo di individuare l’esistenza dei pre-requisiti per una riqualificazione in senso culturale del turismo sulla costa del Kenya, e di promuovere nello stesso tempo in questo Paese l’eccellenza italiana nel settore dell’Archeologia.
La località di Ngomeni Bay, individuata nel corso di una precedente missione in Kenya di Sebastiano Tusa (Marzo 2016), oltre a presentare uno specifico interesse dal punto di vista scientifico, riveste un particolare significato per l’Italia in quanto ospita la base e le piattaforme del Centro Spaziale Luigi Broglio, gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Il gruppo di lavoro, guidato da Sebastiano Tusa e Caesar Bita del Museo Nazionale di Malindi, era composto da Claudio Di Franco, operatore archeologo subacqueo e da Fabio Iorio, operatore esperto nell’uso del Side Scan Sonar (Sonar a Scansione Laterale).
Date le condizioni meteomarine avverse dovute alle abbondanti piogge dei giorni precedenti l’arrivo della missione, le immersioni sono state ridotte al minimo per la visibilità estremamente scarsa dell’acqua. Le maree entranti e uscenti nella Baia di Ngomeini, infatti, con le conseguenti forti correnti che spostano grandi quantità di fango, hanno reso le acque della baia estremamente torbide. Pertanto si è molto lavorato scandagliando i fondali mediante il Side Scan Sonar eccellentemente adoperato da Fabio Iorio.
Il Side Scan Sonar utilizzato (DE 340) è uno dei più performanti tra gli strumenti portatili attualmente in commercio. La tecnologia digitale di ultima generazione CHIRP consente di ottenere, con un trasduttore da 340 kHZ, risoluzioni da 1,5 cm ed un range laterale da 15 +15 metri fino a 200 + 200 metri.
Tali caratteristiche lo rendono ideale nell’ambito delle indagini archeologiche in aree in sconosciute permettendo di coprire in poco tempo ampie superfici senza però rinunciare al dettaglio importante e determinante per il riconoscimento dei target individuate (anomalie del fondale che possono essere di natura antropica e, quindi, d’interesse archeologico).
L’obiettivo della missione era molteplice. In primo luogo era quello di verificare lo stato di conservazione di un relitto già identificato e parzialmente scavato anni fa nelle acque presso Ras Ngomeini. Il relitto, posto a circa m 6 /7 di profondità, è stato identificato con una nave commerciale lunga circa m 40, probabilmente portoghese, databile intorno al XIV-XV secolo, da cui sono state recuperate ceramiche persiane e provenienti dall’Estremo Oriente, ma anche avorio in forma di zanne di elefante e lingotti di rame di forma sferica. In secondo luogo era quello di fare una ricognizione nelle acque prospicienti Ras Ngomeini per verificare l’esistenza di altri relitti e, di conseguenza, l’interesse storico dell’area.
La zona, infatti, risulterebbe essere di estremo interesse storico poichè è dalla baia di Ngomeini che, insieme agli approdi di Mombasa a Sud e Lamu a Nord, partivano, arrivavano o facevano scalo le navi cariche di ogni sorta di prodotti che collegavano questa parte della costa orientale dell’Africa con l’India e l’Estremo Oriente, ma anche con il Corno d’Africa, la penisola sud-arabica, il Golfo Persico e la Persia prima dell’arrivo dei Portoghesi.
E’ in questo tratto di costa, infatti, che Vasco da Gama approdò nel 1498 e da qui salpò verso la costa di Malabar nell’India sud-occidentale aprendo nuove vie di collegamento tra l’Europa e l’Oriente. Qui facevano scalo le navi che praticavano il commercio dall’Europa verso l’India e l’Estremo Oriente e viceversa. Da questi scali si lasciava l’Africa per navigare verso la parte meridionale dell’India. CONTINUA…

 

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