Sono arrivati iBarracuda, non bisogna temerli
Pareti ricoperte di corallo rosso, gorgonie, nuvole di castagnole, saraghi, donzelle. Grosse corvine, cernie brune, polipi, gronghi, murene per niente impauriti dalla presenza dei subacquei tant’è vero che a volte si riescono quasi a sfiorarli. E’ come immergersi in un grande acquario. Dal 1999, anno in cui fu istituita l’Area Marina Protetta del Promontorio di Portofino, a tutto questo ormai ci si era abituati. Ma trovarsi di fronte a cinque barracuda luccicanti della lunghezza di un metro, a quattordici metri di profondità, nel punto di mare “Secca Carega” con una temperatura di ventitre gradi, a mezzogiorno in punto, fa un certo effetto. Segno evidente che il progressivo riscaldamento delle acque del Mediterraneo sta inesorabilmente mutando la vita sottomarina. Anche se hanno la nomea di essere predatori voracissimi, infatti riescono a spezzare in due la loro preda solo con un morso, gli esemplari avvistati dai sommozzatori avevano un’aria del tutto pacifica. Hanno la bocca grande con potenti mascelle dotate di denti aguzzi anche sul palato. Il corpo, che può raggiungere i due metri di lunghezza per cinquanta chilogrammi di peso, è affusolato. Il dorso si presenta di colore grigio-blu-argento mentre sul ventre si evidenziano delle macchie nere. Il loro cibo preferito: calamari, crostacei e pesci. Di giorno vivono in branchi, mentre di notte nuotano solitari negli abissi. Dopo la fecondazione, le uova vengono abbandonate e lasciate in balia della corrente. Difficilmente attaccano l’uomo, se lo fanno è soltanto perché provocati dallo scintillio di oggetti metallici scambiati per pesci. Perciò non bisogna temerli, anzi il loro incontro ravvicinato è una opportunità in più regalata dalle acque del Promontorio di Portofino a tutti gli appassionati delle immersioni.
DI VITTORIO INNOCENTE