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Gela: preziosi lingotti scoperti dai sub nelle acque antistanti la spiaggia di Bulala

By 31 Marzo 2017Aprile 14th, 2017No Comments

Trentanove lingotti in oricalco, l’antico ottone, recuperati nel mare di Bulala. La scoperta archeologica costituisce un unicum poiché mai il mare aveva restituito reperti di questo tipo, mai così antichi, databili intorno alla metà del VI secolo avanti Cristo.
«È un rinvenimento molto importante – dice Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare, presente stamane a Gela assieme al responsabile della sezione Operativa, Stefano Zangara – che testimonia la ricchezza e l’importanza che Gela aveva nell’antichità. Nello stesso tratto di mare abbiamo già recuperato diversi vasi di produzione attica e una statuetta raffigurante con molta probabilità Demetra».
Un lavoro instancabile quello dei sub dell’associazione Mare Nostrum, i quali hanno individuato i reperti grazie all’utilizzo di particolari metal detector scafandrati, messi a disposizione dal Nucleo sommozzatori della Guardia costiera che ha avuto un ruolo fondamentale nelle ricerche e soprattutto nel recupero dei reperti.
«Quando il mare lo permette ci immergiamo alla ricerca di reperti – dice Franco Cassarino, presidente di Mare Nostrum – perché vogliamo restituire a questa città i suoi tesori archeologici. Un grazie va ai sub della Guardia costiera assieme ai quali abbiamo fatto un bel lavoro, che sarebbe stato impossibile da realizzare senza il loro apporto».
Presente stamane, all’incontro con i giornalisti anche il comandante della Capitaneria di Porto, capitano di fregata Pietro Carosia e il direttore del Museo delle Antichità, Ennio Turco.
«Oltre ai sub – dice Carosia – abbiamo fornito uomini e mezzi d’appoggio alle ricerche, le nostre motovedette in mare, personale a terra. Presidiamo la zona, peraltro interdetta a qualsiasi attività di navigazione, per evitare che elementi esterni si avvicinino alla zona dei reperti».
Una zona ricchissima di storia e archeologia quella a largo di Bulala, che ha già restituito tre imbarcazioni e centinaia di reperti. L’ultima nave greca, denominata Gela 3, è la più antica mai scoperta nei fondali dell’Occidente. Ma anche i lingotti, di una lega preziosa per l’epoca, l’«Oro di Platone», che serviva a realizzare ornamenti di armi di pregio, armature, templi, dimostrano la grandezza di Gela,  un grande crocevia della Magna Grecia.
[img]http://serhost.digimaweb.it/file/attachment/2014/12/c2bfb6a22788688f41a943602f97c852_view.jpg[/img] (Per le fotografie si ringraziano la Marina Militare e il compartimento delle Capitanerie di Porto – Guardia costiera)
di Massimo Sarcuno fonte: www.today24.it

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