Santa Margherita Ligure
5 maggio 2011
Comunicato stampa: Con riferimento all’articolo apparso il 4 maggio sui quotidiani: “Portofino e i ‘predoni’ del pesce’. Le razzie nell’oasi protetta. Il Parco chiede il blocco totale”, si osserva e si replica quanto segue.
Nell’articolo in esame, si riportano stralci di una comunicazione riservata trasmessa dal Direttore dell’Area Marina Protetta ai componenti del Consiglio di Amministrazione del Consorzio, nella quale si manifestavano legittime preoccupazioni riguardo all’intensificarsi dell’attività di pesca in alcune zone del parco, da mettere probabilmente in relazione con le limitazioni comunitarie relative alla pesca del rossetto intervenute nella scorsa stagione invernale oltre a stralci della risposta trasmessa via e-mail dal Prof. Vietti, rappresentante dell’Università di Genova nel CdA del Consorzio.
Si precisa come di tali argomenti – sui quali il Direttore ha il diritto ed il dovere di monitorare ed informare il CdA – con tutta evidenza di estrema importanza per l’Area protetta, non si sia ancora trattato nelle sedi istituzionali del Consorzio; ciò, in attesa di raccogliere i dati di campo relativi alla situazione sopra accennata e, comunque, di adottare le eventuali e conseguenti misure in accordo sia con le associazioni dei pescatori, con i quali da sempre la collaborazione è stata massima, sia, ancora, con la locale Capitaneria di Porto che coadiuva l’Area Marina Protetta nell’attività di gestione e controllo. Pertanto, allo stato, non corrisponde affatto al vero quanto titolato da un quotidiano (“Il Parco chiede il blocco totale”), come d’altra parte si legge nel passaggio della comunicazione del Direttore dell’Area Marina riportato dallo stesso quotidiano, in cui si fa riferimento alla necessità di “rivalutare comunque lo stato di salute delle risorse ittiche di maggior pregio”. A questo riguardo, infatti, lo staff tecnico dell’Area Marina Protetta ha già messo in previsione attività di “censimento visivo” della varia fauna ittica da svolgersi alla fine della stagione estiva.
Ciò premesso, stupisce – e rammarica – che qualcuno tra i destinatari delle comunicazioni riservate di cui si è detto abbia invece ritenuto di divulgarle a mezzo stampa, in violazione dei più elementari principi di riservatezza, unicamente al fine di sollevare strumentali polveroni e suscitare inutili allarmismi e, di fatto, contro l’interesse del parco e delle specie protette, oltre che degli stessi pescatori che operano e hanno sempre operato nell’area con grande senso di responsabilità. In relazione a tale inaccettabile comportamento l’Area Marina Protetta di Portofino valuterà se sussistono i presupposti per procedere legalmente.
Sorprende, inoltre, che tali informazioni siano state effettivamente pubblicate, in maniera imprecisa, in assenza di alcun riscontro con gli organi dell’Area Marina, come avrebbe invece richiesto il rispetto delle fondamentali regole del contraddittorio, in modo da fornire ai cittadini un’informazione più corretta ed aderente alla realtà.
f.to Vito Gedda (Presidente Consorzio di Gestione Area Marina Protetta Portofino)