Il DAN ha avviato uno studio comparativo sui due apparati per la
respirazione subacquea
Testo ed intervista di Nuccia De Angelis
Diversi lavori scientifici hanno indagato, negli ultimi anni, le modificazioni a cui va incontro il nostro corpo durante le immersioni subacquee con autorespiratore. E’ ormai dimostrato che molti effetti dell’aumento della pressione ambiente a cui ci esponiamo scendendo nel blu, si realizzano già in pochi metri di profondità ed è ben noto a tutti come variando il profilo d’immersione è possibile variare la risposta dell’organismo.
Partendo da questa premessa, gli esperti subacquei Walter Mariani e Luca Pe- rondi hanno proposto a Dan Europe Research uno studio comparativo tra immer- sione a circuito aperto ed immersione con rebreather.
L’occasione di studio
Il primo tentativo di realizzare lo studio viene effettuato il 27 giugno 2010 nelle acque di Sestri Levante sul relitto Eros – KT Krieg Transporte (Link. http://www.youtube.com/watch?v=OijUG_tN0Y4 ) un profilo di immersione che prevede una profondità massima di 60 m. con un tempo di fondo di circa 55 minuti e un runtime di 170 minuti totali.
I due sub, seguiti da un nutrito gruppo di assistenti di sicurezza, si immergono fianco a fianco. Seguono l’identico profilo di immersione fino al momento della decompressione. La risalita si svolge in tempi compatibili con il tipo di immersione.
Questo primo tentativo, però, fallisce per un problema tecnico. L’intera macchina organizzativa, perfettamente coordinata, si blocca e l’imbarcazione dell’Odissea Diving che supporta l’immersione, riporta tutti tristemente a terra. Ma Walter e Luca non si abbattono e, dopo pochi giorni, riparte il count-down. Nuovo appuntamento il 26 luglio, stesso luogo, stessi profili e stessi orari. Questa volta tutto procede per il meglio.
I ricercatori DAN presenti sul posto, Danilo Cialoni e Massimo Pieri, hanno potu- to procedere con i rilevamenti necessari allo studio.
Dr. Cialoni, qual è l’interesse dei ricercatori DAN per uno studio di questo genere? Ovviamente, uno degli aspetti che interessa i ricercatori del DAN Europe DSL ( Diving Safety Laboratory ) è indagare se vi siano differenze nella formazione di bolle quando si usano i due tipi di apparati per la respirazione subacquea. Ci tengo a sottolineare che l’esame di due soli subacquei rende i risultati poco attendibili.
Per realizzare uno studio del genere occorrono non solo un elevato numero di soggetti, ma anche la possibilità di un controllo crociato invertendo i soggetti stessi e le modalità d’immersione.
L’eventuale formazione di bolle nelle immersioni molto profonde, come quella in
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Research
esame, dipende infatti da tanti fattori alcuni dei quali legati a carat- teristiche del subacqueo, in alcuni casi anche variabili da un giorno all’altro.
L’obiettivo?
L’obiettivo è quello di identificare il miglior protocollo possibile, ren- derci conto delle difficoltà operative e dei tempi di realizzazione dell’esame per essere perfettamente pronti al momento in cui effet- tueremo il test su un numero significativo di subacquei.
Cosa prevedeva lo studio sul campo?
Una registrazione ecocardiografica 4 camere, in proiezione stan-
dard, per rendere ben visibili le quattro cavità cardiache, ci ha con- sentito di evidenziare con facilità la presenza di eventuali bolle gassose post im- mersione (bolle silenti). Le misure ecografiche sono state rilevate in due momenti ben precisi: il primo, 15 minuti post immersione ed il secondo 30 minuti dopo. Si è poi deciso di eseguire un esame ecocardiografico completo, acquisendo immagini in proiezione parasternale, per poter misurare i parametri cardiaci co- munemente utilizzati nell’indagine della funzionalità cardiaca. In questo caso si tratta di un confronto pre e post immersione e, quindi, i dati sono molto più interessanti anche su un numero ristretto di soggetti. Si è proceduto anche alla misurazione di parametri fisiologici quale pressione arteriosa, frequenza cardiaca ecc. Inoltre, ad entrambi i sub è stata eseguita una ecografia polmonare per indagare la presenza di liquidi negli spazi interstiziali ed eventualmente negli alveoli pol- monari.
Avete rilevato molte bolle?
L’ottimo profilo di immersione programmato dai 2 sub esperti, ha limitato la for- mazione di bolle che sono state riscontrate, in numero molto basso, solo nel sub immerso con REB. Grazie al rilievo dei 20 e dei 30 minuti, è stato confermato che le bolle tendono a svilupparsi più facilmente 30 minuti dopo mentre, appena emersi e nei minuti successivi, non si sono viste bolle
(Marroni – Bennett – Marben deep stop study).
Ci sono stati dei risultati interessanti?
I risultati assolutamente preliminari ci impongono molta cautela e, quindi, ci ri- serviamo di pubblicare un report molto più dettagliato al termine dello studio sul campione esteso.
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Massimo, quali sono dal punto di vista di un subacqueo i vantaggi dell’ immer- sione con il REBREATHER? Se immaginiamo un sub immerso con la sua attrezzatura, la prima cosa che ci viene in mente sono le bolle che, fuoriuscendo dal circuito aperto dell’erogatore, risalgono verso la superficie. Ma se ci sforziamo di immaginare la stessa immer- sione fatta con il REB, pensiamo subito al silenzio che accompagna il sub.
Le bolle non ci sono! Naturalmente, questa non è la sola particolarità dell’immersione con il REB. Con il rebreather a circuito chuso, per esempio, il sub ottimizza la sua miscela di gas durante tutta l’immersione respirando sempre la migliore miscela per quella pro-
fondità; questo, ovviamente, migliora anche i tempi di decompres- sione rispetto al circuito aperto. Un’altra peculiarità del REB è quella di ri-respirare il gas attraverso un sistema di filtraggio che trattiene la Co2, riequilibrando l’ossigeno se necessario: ciò consente di por- tarsi dietro una minore scorta di gas.
Qual è la finalità pratica dell’indagine avviata dal DAN?
Sicuramente quella di dare, in un futuro non troppo lontano, alcune risposte a domande del tipo: è davvero un vantaggio respirare il gas caldo e umido del rebreather piuttosto che quello freddo e secco del circuito aperto? A livello fisiologico, ci sarà una minore produzione di bolle grazie all’ottimizzazione della decompressione?
Il tuo messaggio per i subacquei?
Tutte le volte che ci ritroviamo sul campo, fianco a fianco con i subacquei, ci rendiamo conto che stiamo scrivendo una pagina importante della ricerca, dove i protagonisti principali sono proprio i sub . Con la loro passione e volontà stiamo realizzando e preparando il futuro della subacquea. Questa volta il nostro grazie di cuore va a Walter e Luca che, con grande pa- zienza, si sono sottoposto ai test basali pre-immersione e post immersione ed a tutto lo staff dell’organizzazione. Ecco il mio messaggio: quando, scaricando il gav iniziate la discesa verso il no- stro meraviglioso mondo sottomarino, pensate che ciascuno di voi può contribu- ire alla raccolta dei dati e a nuove emozionanti scoperte nel mondo scientifico!
Chi fosse interessato a partecipare alle campagne di studio del DAN Europe, può mettersi in contatto direttamente con me mpieri@daneurope.org
fonte:Dan Europe
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