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Campi di ricerca estivi 2010 AEOLIAN CETACEAN RESEARCH

Campi di ricerca estivi 2010 AEOLIAN CETACEAN RESEARCH Studiare delfini, balene, capodogli e tartarughe nelle acque dell’arcipelago delle Eolie. NECTON Marine Research Society a partire dal 5 luglio 2010 offre a tutti la possibilità di partecipare ai campi estivi di ricerca sull’isola di Salina, una delle sette perle dell’arcipelago delle isole eolie. L’isola è stata scelta perché oltre ad essere bellissima, con una vegetazione lussureggiante (è l’isola più verde e la più alta dell’arcipelago), con la presenza di innumerevoli specie di flora e fauna, in alcuni casi endemiche,si trova al centro dell’arcipelago, e la posizione strategica permette di effettuare i monitoraggi in tutta l’area. L’Aeolian Cetacean Research è un programma di ricerca a lungo termine sulle diverse specie di cetacei presenti nelle acque dell’Arcipelago delle Eolie, allo scopo di conoscere nel miglior modo possibile le abitudini che legano i mammiferi marini a questo particolare ambiente. Il monitoraggio viene effettuato in un’area molto ampia impegnando risorse umane e non solo per esaminare al meglio due habitat di fondamentale importanza per capodoglio, balenottera comune, delfino comune, stenella striata, globicefalo, grampo e tursiope specie oggetto della ricerca, oltre che per la tartaruga marina Caretta caretta. L’ambiente pelagico, area in cui vengono osservate principalmente il capodoglio, la stenella, la balenottera comune,il grampo, il delfino comune ed il globicefalo, rappresenta la parte più estesa dell’ambiente marino delle Eolie che presentano fondali molto scoscesi con profondità che rapidamente raggiungono i mille metri. L’ambiente costiero, poco esteso e circoscritto quasi esclusivamente alla parte immediatamente vicina alla costa, rappresenta invece il luogo ideale per studiare la presenza del tursiope ed il fenomeno dell’interazione tra questa specie e l’attività di pesca. Le motivazioni del progetto L’esigenza di comprendere le dinamiche che legano i cetacei e le tartarughe all’ambiente marino delle Eolie, il loro comportamento e le aree di maggiore concentrazione in queste acque, unita all’esperienza pluriennale nel campo della ricerca applicata al mare e all’attività diretta svolta dalla NECTON Marine Research Society sono le linee ispiratrici di un programma di ricerca che scaturisce anche dal desiderio di dare l’ occasione a chi ha un interesse ed una passione per mammiferi marini e tartarughe di studiarli direttamente nel loro ambiente naturale. Dalla nascita di questo progetto nel 2004 ad oggi, il progetto si è migliorato ulteriormente grazie anche alla collaborazione con l’associazione no profit DELPHIS Aeolian Dolphin Center che si occupa dello studio dell’ecosistema marino delle Isole Eolie. La scelta del sito (L’Arcipelago Eoliano) Il progetto di ricerca si svolge tra Capo Milazzo e le acque dell’intero Arcipelago Eoliano. L’arcipelago è formato da 7 isole, tutte di origine vulcanica: Vulcano, Lipari, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea. Le isole sono circondate da un mare molto profondo e ricco, un’area di notevole importanza per lo studio dei cetacei. Pochi sanno ad esempio che molti capodogli si riuniscono in queste acque per riprodursi. Le profonde acque dell’arcipelago sono particolarmente ricche in nutrienti, cosa che determina una considerevole presenza di plancton, pesci e cefalopodi. Queste specie rappresentano le prede elettive dei cetacei,che in quest’area si trovano in concentrazioni molto elevate. La base logistica è rappresentata dall’isola di Salina che incastonata al centro dell’Arcipelago delle Eolie è sicuramente uno dei luoghi migliori dell’intero Mar Mediterraneo per accostarsi ai cetacei ed alle tartarughe marine. La posizione centrale dell’isola rispetto all’Arcipelago da la possibilità di spostarsi agevolmente da un punto all’altro dello stesso alla ricerca di questi meravigliosi animali e rappresenta un eccellente punto di partenza sia per chi ha deciso di iniziare un viaggio alla scoperta di questo mare e dei suoi più affascinanti abitanti, sia per chi (per studio o per lavoro) ha l’interesse di approfondire le proprie conoscenze sui cetacei. Negli anni passati sono stati raccolti dati importanti che ci stanno consentendo di comprendere meglio le dinamiche di popolazione dei cetacei e delle tartarughe che per motivi trofici o riproduttivi vivono stabilmente o si trovano di passaggio in queste acque. Oltre ai cetacei, nelle acque dell’arcipelago capita di incontrare altre specie marine: uccelli come aironi, garzette, gabbiani reali, berte maggiori e minori, gabbiani comuni e corallini, molte specie di rapaci. Pesci: tonni, pesci spada, pesci luna, lampughe, pesci pilota, mobule, squali pelagici. Costante è la presenza delle tartarughe marine. In particolare, durante i monitoraggi sui cetacei ci si imbatte in numerosi individui di tartaruga marina Caretta caretta. Anche in questo caso vengono raccolti dati su posizione geografica, temperatura superficiale dell’acqua, dimensioni, presenza di segni, cicatrici, parassiti, ami e vengono prelevati minuscoli campioni di pelle che servono alle analisi genetiche. La ricerca Tra gli scopi più importanti del progetto vi sono il monitoraggio delle diverse specie di cetacei che vivono o che si trovano di passaggio nelle acque delle Eolie, lo studio del fenomeno dell’interazione tra cetacei ed attività di pesca, la foto identificazione delle tre specie che maggiormente frequentano queste acque ovvero il capodoglio, che qui si riproduce, la stenella ed il tursiope che rappresenta la specie più coinvolta dal fenomeno dell’interazione con l’attività di pesca. E il monitoraggio delle tartarughe marine della specie Caretta caretta, molto numerose nell’area e sulle quali la Necton ha da alcuni anni iniziato uno studio in diverse aree del Mediterraneo sulla relazione tra la presenza di questa specie e la temperatura superficiale delle acque. Per svolgere l’attività di ricerca nell’ambito di questo progetto si utilizzano diverse tecniche: Foto identificazione Questa tecnica consente il riconoscimento dei singoli individui attraverso la fotografia di alcuni caratteri morfologici che cambiano da specie a specie e da individuo a individuo. Per riconoscere alcuni delfinidi (stenelle,globicefali,delfini comuni,tursiopi), il particolare fotografato è la pinna dorsale che oltre ad essere diversa in base alla specie, cambia da individuo a individuo grazie alla presenza di graffi, cicatrici, depigmentazioni e spesso anche per via della forma. Per riconoscere grampi e zifi altro importante carattere distintivo oltre alla pinna dorsale sono le classiche striature biancastre sul corpo. Nel caso della balenottera, oltre a fotografare la pinna dorsale, si presta particolare attenzione alle aree più chiare presenti nella parte destra del capo e dietro lo sfiatatoio, chiamate chevron e blaze. Per il riconoscimento dei singoli individui di capodoglio, vengono invece fotografati i contorni della coda e le differenti colorazioni presenti nella parte ventrale e le macchie più chiare e/o biancastre spesso presenti sul corpo ed in prossimità della bocca. Acustica Tutti i cetacei per comunicare, predare, accoppiarsi ecc… emettono suoni. L’ascolto, la registrazione e l’analisi dei suoni emessi è una delle tecniche che possono permettere il riconoscimento delle singole specie. Per quanto riguarda i delfinidi, come la stenella, il delfino comune o il tursiope, vengono registrate le vocalizzazioni. Una delle tecniche sicuramente più efficaci per seguire il capodoglio durante le sue lunghe immersioni è proprio l’ascolto dei suoni emessi. Al fine di ascoltare e registrare questi suoni vengono utilizzati idrofoni e registratori audio digitali. Indagine sull’interazione tra cetacei e pesca Il controllo delle reti da pesca, insieme alla costante raccolta di dati attraverso interviste rivolte ai pescatori servono a quantificare il danno legato all’interazione tra cetacei e pesca ed a trovare possibili soluzioni per una pacifica convivenza tra mammiferi marini e pescatori. Purtroppo questo fenomeno è sempre più frequente e genera notevole malcontento soprattutto da parte degli operatori della piccola pesca che lamentano sempre con maggiore frequenza danni alle attrezzature e disturbo alla loro normale attività. Inoltre, può capitare che il delfino intento nella predazione rimanga intrappolato nella rete. Questo ci induce a studiare sistemi che possano evitare la morte di questi meravigliosi animali. Nel caso delle tartarughe marine vengono raccolti dati sugli individui che presentano ami o ammassi di monofilo. Oltre ai dati relativi le caratteristiche morfologiche ed il tipo di vocalizzazione, nel momento in cui vengono osservate le specie,si annotano altri importanti dati riguardanti la posizione geografica, la composizione dei gruppi, la presenza di giovani, neonati, femmine gravide, il tipo di attività di superficie, il comportamento, la presenza di prede, il traffico nautico, l’interazione con le attività di pesca ecc… Raccolta campioni per la genetica Alcune specie, spesso si avvicinano moltissimo all’imbarcazione e nuotano di fianco allo scafo o a prua di questo. In questi momenti si ha la possibilità di prelevare piccolissimi campioni di pelle attraverso la tecnica della “spugnatura”, i campioni raccolti con questa tecnica serviranno successivamente alle analisi genetiche. La tecnica consiste nel passare una spugnetta abrasiva sul dorso del cetaceo nel momento in cui questo emerge accanto alla barca. Successivamente la spugna verrà inserita all’interno di contenitori con liquidi conservanti. Nel caso delle tartarughe marine, nel momento in cui viene avvistato un individuo si registra la posizione e la temperatura superficiale dell’acqua, successivamente l’esemplare viene raccolto in maniera del tutto indolore (con le mani) vengono raccolti dati sulle dimensioni, sesso, registrata la presenza di ami, parassiti ecc… viene prelevato un minuscolo campione di pelle e se tutto è ok viene rimesso in libertà in pochi minuti. Finalità Scopo dei campi di ricerca inseriti nell’ambito del progetto è quello di permettere ai partecipanti un’esperienza diretta sul campo della ricerca. Dare loro l’esperienza e gli strumenti per scoprire i delicati equilibri che legano cetacei e tartarughe marine all’ambiente. Obiettivi Fornire conoscenze di base sulla biologia e l’ecologia dei mammiferi marini e tartarughe, il riconoscimento delle specie, basi fondamentali sulla loro salvaguardia e conservazione, comprendere in che modo interagiscono con gli esseri umani e quali siano le conseguenze di queste interazioni;conoscere le attività antropiche che maggiormente minacciano i mammiferi marini e le tartarughe,quali sono le specie più minacciate nel Mediterraneo ma anche in che misura questi animali possono creare problemi alle attività umane. Tutti i partecipanti saranno coinvolti nelle uscite in mare e ad ognuno verrà assegnato un compito diretto alla raccolta dati ed alla loro successiva analisi, in modo da consentire a tutti di partecipare attivamente ad ogni fase della ricerca. Inoltre, i partecipanti, a fine corso dovranno essere in grado di utilizzare autonomamente tutti gli strumenti necessari alla ricerca quali SCHEDE DI RACCOLTA DATI, PROTOCOLLI DI CAMPIONAMENTO, BINOCOLI, GPS, DAT, IDROFONI, SONDE DI TEMPERATURA, ED ECOSCANDAGLI. Destinatari Tutte le persone interessate alla ricerca dei mammiferi marini e delle tartarughe nell’ambiente naturale. Gli unici requisiti richiesti sono tanta passione, tanto amore per il mare ed un minimo di spirito di adattamento. Modalità e tempi di attuazione Il progetto sarà articolato in lezioni teoriche, in uscite in mare ed in osservazioni da terra. Particolare attenzione verrà data alle metodologie di campionamento e alla strumentazione utilizzata per la ricerca. Il mezzo nautico Le uscite in mare saranno effettuate con “DENEB”” un gommone a chiglia rigida di 7

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