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Autorizzazione pesca subacquea professionale del corallo 2014

By 31 Marzo 2017Aprile 14th, 2017No Comments

Richiesta adeguamento normativo e riferimenti certi in materia di salute e sicurezza.
ALGHERO / L’associazione italiana sommozzatori corallari, costituita con lo scopo di promuovere e migliorare la qualità del lavoro, la massima sicurezza operativa e la salute degli operatori, ha segnalato e denunciato in varie sedi istituzionali, anche europee, la grave situazione di rischio salute e sicurezza nello svolgimento dell’attività di pesca del corallo.

Tale pericolo deriva dalle modalità di esecuzione delle immersioni subacquee umane a rilevanti profondità. La cronaca dei lutti che interessa il settore dei “corallari” racconta oramai di decine di incidenti mortali, proprio perché le quote operative di lavoro sono oggettivamente impegnative e profonde. Esistono sistemi e mezzi di immersione profonda che abbattono i rischi connessi a questo tipo di attività, ma essi non sono praticamente applicabili per la raccolta del corallo.

Dal punto di vista meramente normativo, esiste invero la norma UNI 11366, concepita per attività subacquee al servizio dell’industria, anche se l’UNI ha attualmente in fase di studio preliminare l’emanazione di una futura norma specifica per la pesca del corallo. E che tale norma UNI 11366 costituisca ad oggi l’unico riferimento normativo è riprova l’operato di varie Capitanerie che hanno adottato le predette norme come “regolamento di sicurezza” nelle rispettive ordinanze di merito (cfr. ad esempio la n. 42/2014 della Capitaneria di Siracusa, la n. 05/2014 della capitaneria di Porto Torres, del Circondario marittimo di Anzio, risalendo nel tempo all’operato della Capitaneria di Venezia che nel 2012 richiese l’adeguamento delle procedure operative alle imprese che utilizzano operatori subacquei per la costruzione del sistema MOSE.

Gli standard tecnici descritti dalle succitate norme UNI 11366 definiscono invero modalità, metodi, mezzi e requisiti per l’immersione profonda in ambito industriale, ma risultano non applicabili alle attività minori, qual è la pesca del corallo per evidenti problematiche di impatto economico ed anche per esigenze connesse al tipo di lavoro da svolgere. Essi difatti richiedono l’impiego di camere iperbariche imbarcate su grandi unità navali, col sommozzatore che opera con un vincolo fisico (ombelicale) alla campana subacquea (sorta di “ascensore” munito generalmente di oblò e portelleria stagna, nel quale entra il sommozzatore in immersione per il trasferimento dalla superficie al fondo e viceversa), il tutto tramite un sistema di cavi dalla verticale della nave appoggio, sino al luogo prefissato di lavoro. Con siffatte configurazioni il sommozzatore non ha possibilità di movimento se non nel raggio di pochi metri dalla campana stessa alla quale è comunque sempre vincolato e monitorato. Una squadra di soccorso appositamente dedicata è vieppiù sempre pronta ad intervenire in caso di necessità a soccorso del sommozzatore.
Continua… http://www.vocedialghero.it/2014/09/autorizzazione-pesca-subacquea.html

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