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GUE, immersioni, speleologia, ricerca e molto altro..

«Giù nei fondali studio la terra e i suoi misteri»

Il tecnico ortopedico ama la subacquea Ora il brevetto per un nuovo aspiratore

Immergersi e trovarsi dentro al blu più intenso e profondo, essere allo stesso tempo esploratori e privilegiati osservatori silenziosi di un mondo nascosto, che ha qualcosa di segreto e misterioso, non accessibile a tutti in un elemento non facile da padroneggiare, l’acqua. Le immersioni sono per qualcuno un richiamo irresistibile, tanto da trasformare una passione in un vero impegno, fino a vedere pubblicati tre progetti in un report di livello mondiale e brevettare individualmente un macchinario innovativo per la subacquea: Scaavo (System combined autonomous archaeological vacuum operating) un aspiratore autonomo per la ricerca e la pulizia dei fondali, come siti archeologici o bellici.

L’invenzione è di Cristiano Rosa, tecnico ortopedico residente a Curtatone, ex consigliere comunale e titolare dell’ortopedia L.t.o di Mantova. Quella con la subacquea è una storia d’amore cominciata tanti anni fa, cresciuta e maturata con il tempo. Rosa fa parte della Gue, la Global underwater explorers, una comunità di esploratori sia di grotte che di acque libere che richiede una particolare abilitazione.

Il 2017 è stato l’anno dei successi, sia per le scoperte fatte con la squadra speleosubacquea di cui fa parte insieme ad Andrea Gasparato, Giovanni Marzari e Cristian Benedetti, che per il brevetto per l’invenzione industriale ricevuto dal ministero per lo Sviluppo economico.

«Lo scorso anno abbiamo portato a termine esplorazioni importanti – spiega – abbiamo trovato una frattura nel lago di Garda, a Tempesta, e un ramo sconosciuto nella grotta dei Fontanazzi, sotto Montegrappa». I progetti sono stati presentati a “FinalMente speleo” a novembre scorso, documentati con foto, video, con la mappatura delle scoperte, e inseriti nel report annuale delle scoperte Gue. «Le rilevazioni delle fratture permettono di capire come si è creato e sviluppato un territorio, quali sono i confini e come è strutturato. Per quanto riguarda le grotte, sapere come sono fatte è fondamentale non solo perché sono fonti di acqua potabile ma anche perché riuscire a mapparle significa dare agli enti locali informazioni fondamentali per la realizzazione di piani urbanistici. Sapere cosa c’è sotto terra non è dettaglio da poco e difficilmente esistono geologi che vanno sott’acqua a studiare la stratigrafia della roccia. Noi abbiamo la possibilità di documentare queste cose e metterle a disposizione della comunità». CONTINUA…

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