Centro di formazione professionale per subacquei “sommerso dalla burocrazia” Non chiede un euro l’ ente sta per chiudere
“Da venticinque anni, ogni anno, l’ente forma circa cento professionisti altamente qualificati in subacquea per l’industria dentro e fuori dal porto a tutte le profondità.
Sotto i trenta metri (inshore diver), fra i trenta e i cinquanta metri (top up), e oltre i cinquanta metri (altofondista).
Oggi rischia di chiudere a causa di un ritardo procedurale burocratico, e questo nonostante i corsi siano autofinanziati e non beneficino di finanziamenti pubblici. Se entro marzo non esisteranno le qualifiche allora in estate non potremo fare i corsi perché saranno contro le regole”. Questa la denuncia del direttore di Cedifop, Manos Kouvais.
“Cedifop – prosegue – ha sempre realizzato quattro corsi , essendo un ente di formazione accreditato dalla Regione Sicilia, con allievi che arrivano da tutte le regioni d’Italia e dall’estero, sia dai paesi dell’Unione Europea che da paesi extracomunitari”.
Nell’aprile 2016, l’Assemblea Regionale Siciliana, ricorda Kouvakis “ha approvato una legge, la prima in Italia, che riconosceva, oltre alla qualifica dell’operatore subacqueo a servizio dell’industria di porto, le nuove qualifiche di operatore subacqueo fuori porto.
Con l’adozione di questi standard per la formazione si poneva come esempio nazionale e internazionale. La Regione sanciva, infatti, un nuovo requisito minimo per la corretta applicazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro perché garantiva ai lavoratori un idoneo livello di esperienza in un settore altamente rischioso. La stessa legge, però, – prosegue il direttor dell’ente – prevedeva che entro agosto, con un decreto del Presidente della Regione, su proposta degli assessori alla formazione CONTINUA…