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Cicche di sigaretta: dalla contaminazione ambientale da microplastiche a possibile risorsa

Cicche di sigaretta: dalla contaminazione ambientale da microplastiche a possibile risorsa di C. Lombardi, V. Zagà, G. Mangiaracina

Cicche di sigaretta: dalla contaminazione ambientale da microplastiche a possibile risorsa
autori: Carmine Ciro Lombardi – Agenzia Nazionale per la Prevenzione,   Vincenzo  Zagà, Società Italiana di Tabaccologia, Giacomo  Mangiaracina, Università la Sapienza di Roma
Introduzione
L’ambiente ha un nemico invisibile, le microplastiche, ossia frammenti, occulti all’occhio umano che derivano dalla disgregazione di oggetti non biodegradabili. Le microplastiche sono i detriti più abbondanti nel mare. I quantitativi sono destinati ad aumentare, dal momento che ogni oggetto  col tempo si degrada in milioni di pezzi di dimensioni micrometriche. Mentre i rifiuti visibili possono essere rimossi, quelli microscopici no, rimangono nell’ambiente e si accumulano nei mari dove vengono ingeriti da pesci, molluschi, etc., con contaminazione della catena alimentare. Alla contaminazione ambientale da micro plastiche contribuisce anche il filtro delle sigarette (1). Infatti questo è costituito da fibre di acetato di cellulosa una materia plastica non biodegradabile ma foto/termo disgregabile, con tempi diversi a seconda del sito in cui viene abbandonato. Recenti ricerche, svolte dall’Università di Napoli, in condizioni ecologiche realistiche hanno messo in evidenza la resistenza dell’acetato di cellulosa alla degradazione (2).

Dopo aver fumato il tabagista ha un solo pensiero liberarsi il più in fretta possibile della cicca; ciò si traduce nel gesto tipico di chi fuma: gettare la cicca in terra dove capita senza nessuna attenzione. Grazie a questa malsana consuetudine, le cicche sono ai primi posti tra i rifiuti che imbrattano il suolo e i mari di tutto il mondo, il Mediterraneo in particolare. In Italia ogni anno vengono prodotti più di 51 miliardi di cicche (3).
Attualmente le cicche sono considerate un rifiuto inutile.  Sui siti internet di molti comuni italiani esiste la possibilità si conoscere dove gettare i rifiuti; se si digita: “dove butto le cicche ”, si scopre che questo rifiuto deve essere gettato nei cassonetti per la raccolta dei rifiuti indifferenziati.
I rifiuti non dovrebbero essere visti come un problema, ma come una possibile risorsa; vanno gestiti e non semplicemente rimossi. È indispensabile orientare la loro raccolta secondo modalità che ne permettano il riciclo e/o il riutilizzo con recupero di energia e/o materia (4). In questo lavoro viene messo in evidenza la possibilità di utilizzo delle cicche nel campo della green economy. Contrariamente a come vengono considerate oggi le cicche non sono un rifiuto inutile ma un rifiuto da cui è possibile ricavare energia  e materia. CONTINUA…

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