Sott’acqua senza barriere, avventura in Mar Rosso per i ragazzi di Delfosub
di Adelisa Maio
Sott’acqua non ci sono barriere. Si può ‘volare’ leggeri fra pesci e coralli, lasciando sulla terraferma la carrozzina o altri ausili, tornando a sentirsi liberi. Lo sanno bene i ragazzi di Delfosub, associazione nata nel ’99 a Montevarchi (Arezzo) per avvicinare all’attività subacquea sia persone normodotate sia portatori di handicap, che anche quest’anno ha organizzato una settimana di immersioni nel paradiso dei sub, il mare di Sharm El Sheikh, allo Sheikh Coast Diving Center. (Gallery )
In Egitto sono arrivati in 46, fra cui 7 istruttori e accompagnatori. Una nutrita delegazione di subacquei, quasi tutti con disabilità per conseguenza di un incidente, e un ragazzo con sindrome di Down. Tutti accomunati dalla passione per il blu.
“L’acqua è il mio ambiente naturale, mi sento vivo e libero”, racconta Maurizio Zamponi, 39 anni, di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo. Per un incidente con la moto Maurizio ha subito un trauma con lesione del midollo: non muove le gambe e ha difficoltà a usare le mani. Ma la tetraplegia non l’ha fermato. “Faccio subacquea da 3 anni con Delfosub. Prima dell’incidente mi piaceva nuotare, poi ho scoperto che nel Paese in cui abito c’era la possibilità di fare sub e mi son detto ‘proviamo’. Così ho iniziato questa meravigliosa avventura”. Un’avventura che non smette di emozionare. “Sono già 3 anni che vengo a Sharm per una settimana di immersioni, ogni volta è una gioia”.
Il suo ricordo più bello è l’immersione al Thistlegorm, nave mercantile britannica affondata nell’ottobre del 1941 vicino a un reef nel Golfo di Suez, Sinai occidentale. Scoperto nei primi anni ’50 da Jacques Cousteau, il relitto è lungo ben 128 metri e largo 18: al suo interno si trova ancora il carico di approvvigionamenti che trasportava, come carri armati leggeri, armi, camionette e moto d’epoca, ricoperti da coralli ma ancora riconoscibili.CONTINUA…