L’avventuroso ritrovamento della torpediniera Andromeda. Una memorabile impresa dei subacquei della Iandt (seconda parte)
Affondata il 16 marzo 1941 da un aerosilurante inglese davanti al porto di Valona, la nave militare è stata ritrovata da una spedizione subacquea dopo una emozionante immersione tecnica col trimix
di Riccardo Bottazzo
Esplorando il relitto del piroscafo Po nelle acque di valona
Come sempre accade in queste situazioni, i pescatori si rivelano un’importante fonte di informazione. Cesare Balzi, annota nel suo Gps molti punti interessanti dove vale la pena fare una immersione. Lo aiuta anche una nave oceanografica che gli concede l’opportunità di visionare i tracciati del suo side scan sonar che rileva il relitto di una nave spezzata in due tronconi adagiato a 53 metri proprio in uno di questi punti. Balzi non trascura le ricerche d’archivio e si reca a Roma, all’Ufficio Storico della Marina Militare, dove recupera molto materiale interessante, tra cui il teledispaccio del Comando di Valona che comunicava alla Regia Marina l’affondamento della torpediniera.
Tutto questo però non basta ad identificare il relitto. A quella profondità, in condizioni di visibilità certo non ottimali, servirà qualcosa di più preciso per dare un nome alla nave sommersa. Sempre lavorando con l’archivio, Balzi viene a sapere che l’Andromeda era armata con tre cannoni da 100/47 millimetri, uno a prora e due a poppa, fabbricati a La Spezia, nello stabilimento Oto Melara del Muggiano, oggi stabilimento Leonardo Divisione Sistemi Difesa. Qui, grazie alla collaborazione delle associazioni Museo della Melara e Amici del Museo Navale e della Storia della Spezia, riesce a visionare una prima copia di questi cannoni e, successivamente, a scattare qualche foto di un’altra copia conservata presso il Museo Tecnico Navale della città ligure. “Esaminai le linee geometriche squadrate dello scudo, i tratti dell’affusto e della bocca da fuoco, tralasciando l’osservazione dei componenti più piccoli, sicuro che quelli del relitto dell’Andromeda sarebbero stati coperti da incrostazioni”, racconta. Questi cannoni saranno poi essenziali per identificare il relitto. continua… https://www.ligurianautica.com/rubriche/lavventuroso-ritrovamento-della-torpediniera-andromeda-memorabile-impresa-dei-subacquei-della-iandt-seconda-parte/