Speleomannari a caccia di abissi inesplorati sulle Alpi Apuane
La meta del gruppo, con lo speleosub Luca Pedrali,è il sifone terminale dell’abisso dell’Olivifer, a -1250 metri
La scesa inizia oggi pomeriggio, l’uscita prevista domani. Partecipa anche lo scultore fiorentino Filippo Dobrilla.
MASSA, 21 gennaio 2017 – Speleomannari tornano a sfidare le profondità delle Alpi Apuane. La meta è il sifone terminale dell’abisso dell’Olivifer, a meno 1250 metri di profondità.
Dopo che il 7 dicembre di due anni fa lo speleosub di fama nazionale Luca Pedrali, accompagnato da altri 17 Speleo Mannari ha conquistato il record italiano di immersione in profondità raggiungendo i meno 1360 metri di dislivello nel sifone finale dell’abisso Paolo Roversi, sulle Alpi Apuane, nell’alta Toscana, il gruppo speleo torna nelle profondità dei monti toscani dove si aprono i più profondi abissi italiani.
Entreranno a squadre, dal pomeriggio di oggi (sabato 21 gennaio), Luca Pedrali e un gruppo di circa venti “Speleomannari”. “Uno degli obiettivi della speleologia moderna è dare delle risposte alla più ancestrale delle domande che si è posto l’uomo fin dai suoi primordi – spiegano gli Speleomannari -. Cosa c’è oltre il limite del conosciuto? La continua ricerca dell’ignoto è la spinta propulsiva che anima le esplorazioni speleologiche, da non confondersi con altri tipi di speleologia come quella più ludica delle visite in grotta. Qui si sta parlando di vere e proprie spedizioni a grandi profondità, con l’obiettivo di superare i limiti che la cavità per sua natura e morfologia oppone all’uomo”.
L’Olivifer è il nome della grotta che si trova sulle pendici meridionali del M. Grondilice. È una tra le più profonde d’Italia, una cavità che affonda nella roccia per oltre 1000 metri alternando pozzi verticali, da scendere con corda a cunicoli strettissimi, dove è possibile avanzare solo strisciando.
Il gruppo speleo è formato da uomini provenienti da tutta Italia, che nei giorni scorsi ha approntato la discesa, armando la grotta, ed ha trasportato al campo base materiale e attrezzatura per l’immersione di Pedrali nel sifone situato nel punto terminale della grotta. “Lo scopo di questa immersione è scoprire cosa c’è dopo – spiegano gli speleo – . Generalmente i sifoni di una grotta sono dei condotti allagati che separano sezioni della stessa: una sorta di passaggio segreto che può svelare altri ambienti finora inesplorati, oppure mettere in congiunzione due cavità prossime tra loro”.
L’impresa non sarà affatto facile: il gruppo dovrà trasportare scendendo per oltre 1000 metri, fino al sifone, tutto ciò che è necessario per la permanenza a tali profondità e garantire la necessaria assistenza aerea allo speleosub, che tuttavia si dovrà immergere da solo e continuare l’esplorazione nella parte sommersa della grotta.
A questa esplorazione va annoverata la presenza dello scultore e speleologo fiorentino, Filippo Dobrilla, che per l’occasione preparerà una scultura pagana che verrà lasciata nelle viscere della terra dove poi eseguirà una performance artistica propiziatoria.
L’uscita dalla grotta è prevista nella giornata di domani, domenica 22 gennaio, ed i risultati saranno poi pubblicati sui vari social.
Per chi volesse maggiori informazioni può visitare la pagina facebook degli Speleomannari: https://www.facebook.com/speleo.mannari