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Cedifop Mews

Corso 02/PA/2007: Porto di Palermo Esercitazione con utilizzo della campana aperta Venerdì 14 dicembre 2007 gli allievi del corso OTS – Operatore Tecnico Subacqueo del CEDIFOP hanno svolto una importante esercitazione presso il molo Vittorio Veneto del Porto di Palermo. Una immersione, in tenuta da OTS e palombaro, con l'utilizzo della campana aperta, una struttura dal peso di circa una tonnellata, realizzata in modo da creare una bolla d'aria utilizzabile dal sommozzatore.

E' dotata di postazioni per almeno due bombole esterne di emergenza e l'aggancio per la decompressione, in modo che la testa rimanga fuori dall'acqua in caso di svenimento. Le immersioni con utilizzo di miscela d'aria possono arrivare fino a 50 metri di profondità e il numero di componenti di una squadra varia in funzione del tipo di operazione da eseguire. Il primo progetto fu realizzato intorno al 1500 e il nome le fu assegnato data la somiglianza con le campane utilizzate nelle chiese. Dopo le versioni iniziali soggette spesso a cedimenti, si ebbe una svolta quando fu deciso di agganciare un peso nella parte inferiore L'esercitazione, organizzata in collaborazione con PALUMBARUS srl, è iniziata in condizioni meteorologiche avverse, poi parzialmente migliorate a beneficio degli allievi e degli istruttori incaricati di realizzare la postazione di lavoro. Le varie fasi di assemblaggio e controllo delle attrezzature, segnate nel registro operazioni (Check list), hanno visto stavolta anche la realizzazione di cabina multimediale, da cui seguire le riprese video condotte in immersione. La cabina era collegata tramite un cavo telefonico al pannello di controllo gestito dall'operatore addetto alle comunicazioni. Il compito a lui assegnato risultava più articolato che in altre situazioni, dovendo gestire le indicazioni provenienti dal palombaro, dall'OTS, e dalla cabina, e impartire istruzioni, sia a loro sia all'addetto alla gru che manovrava il movimento della campana. Molto interesse ha suscitato la partecipazione di sub in tenuta da palombaro. I primi nuotatori antenati dei moderni palombari si ebbero in Grecia. Erodoto racconta le gesta di uno essi, di nome Syllias, che visse nel V secolo a.C. Circa cento anni dopo, Alessandro Magno li impiegò per togliere gli ostacoli che impedivano lo sbarco nella città di Tiro. I nuotatori ellenici si allenavano ogni giorno e i migliori erano in grado di scendere fino a 20 metri, rimanendo in immersione per un minuto e mezzo. La vestizione segue un vero e proprio rituale, durante il quale vengono indossati, con una sequenza precisa i vari, componenti. La tuta, le scarpe zavorrate, il collare – bloccato con una serie di viti – su cui si aggancia l'elmo, costruito in bronzo (oppure in rame o in ottone). L'elmo permette al palombaro il collegamento con la superficie attraverso un cavo ombelicale, da cui riceve l'aria e altre funzionalità (comunicazione, linea di acqua calda, collegamento per telecamera, cavo per illuminazione). All'interno c'è una valvola di scarico, che come gli ugelli per l'aria, è attivata dal palombaro tramite precisi movimenti della testa. Il primo elmo, con caratteristiche moderne, fu progettato da Leonardo da Vinci. Era di cuoio, con un tubo per la respirazione che nella estremità superiore aveva un sughero per farla galleggiare in superficie. Inoltre era dotato di punte metalliche per proteggersi da eventuali attacchi di animali marini. A seguire le fasi dell'esercitazione erano presenti anche testate giornalistiche e televisive. Oltre alla rilevanza sperimentale, l'iniziativa ha fornito agli allievi una ulteriore esperienza pratica di cui beneficiare in ambito professionale, dato che questo tipo di operazioni sono frequenti nei lavori svolti sulle piattaforme. Per loro, che hanno iniziato il corso a settembre, si è trattato dell'ultima significativa applicazione pratica delle conoscenze didattiche acquisite (la conclusione del modulo è pochi giorni dopo). Tutti hanno avuto l'opportunità di sistematizzare le propria formazione utilizzando strumenti specifici del settore della subacquea industriale e operare, attraverso le tante esercitazioni fin qui organizzate, in una serie di contesti professionali: dalla rilevazione batimetrica di una fondale marino, al lavoro di taglio una superficie metallica; dalle operazioni in un impianto ittico alle riprese video subacquee. Oltre ad essere parte del programma, questa iniziativa rappresenta un traguardo importante per il CEDIFOP, in un anno caratterizzato da una serie di riscontri di prestigio. Su tutti, l'organizzazione del convegno sulla legislazione in materia di subacquea e l'attenzione dedicata al Centro dai mass media (es. lo speciale realizzato da Oasi Tv, in onda a novembre su Sky). Da sottolineare inoltre il recente conseguimento della certificazione Iso 9001 e l'avvio del percorso per l'adesione da Full Member a IDSA – International Diving Schools Association. di Ninni Radicini il video – le foto Palermo: immersione a campana aperta per gli allievi del CEDIFOP Immersioni nelle acque del porto di Palermo per gli allievi OTS del centro studi Cedifop, la scuola di formazione per operatore tecnico subacqueo specializzato diretta da Manos Kouvakis. La mattina del 14 dicembre, presso il molo Vittorio Veneto dello scalo palermitano, si è svolta l'esercitazione che ha visto, secondo gli standard IDSA (International Diving Schools Association), l'immersione di un palombaro e di un sommozzatore OTS tramite l'uso di una campana aperta e del R.O.V. (Remotely Operated Vehicles). Per la prima volta in assoluto il CEDIFOP ha messo a disposizione dei suoi allievi la campana aperta, uno strumento che permette al tecnico di immergersi in acqua fino a una profondità di 30/50 metri: l'operatore prende posto all'interno della campana, che poi viene calata direttamente sul fondale. Una sorta di vero e proprio "ascensore" che riduce al minimo i rischi per il sommozzatore. Ha assistito all'esercitazione Giulio Melegari, presidente dell'IDSA, che ha tenuto anche una lezione teorica agli allievi OTS sul tema "dinamica di incidenti subacquei". L'IDSA è un'associazione internazionale nata 26 anni fa che riunisce le scuole di 34 nazioni che fanno formazione professionale per sommozzatori e subacquei. In Italia sono solo due le scuole che ne fanno parte. Una è, appunto, il CEDIFOP di Palermo, che si avvia a diventare "full member" IDSA. "L'Italia ha da sempre una grossa tradizione nel settore delle immersioni – ci dice Melegari – e oggi può contare su strutture all'avanguardia e di ottima qualità come il CEDIFOP. Purtroppo, però, scontiamo gravi carenze legislative. Non c'è una legge che differenzi con chiarezza la figura dell'OTS sia da chi si occupa di subacquea sportiva, sia dai normali operai. Per la legge oggi l'OTS è un normale metalmeccanico. Gli altri Paesi, da questo punto di vista, sono molto più avanti di noi". Palermo, intanto, è candidata ad ospitare il meeting internazionale dell'IDSA nel 2009, che di anno in anno vede alternarsi nella sua organizzazione gli Stati Uniti e un paese europeo tra quelli membri. di Salvatore D'Anna dall'Avvisatore Marittimo della Sicilia del 15/12/2007 vai all'articolo… Corsi "liberi" per OTS Programma formativo 2008 I corso periodo Febbraio/Maggio 2008 Durata 480 ore svolte in 60 gg da 8 ore cad. partecipanti: 20 allievi (prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti disponibili) II corso periodo Settembre/Dicembre 2008 Durata 480 ore svolte in 60 gg da 8 ore cad. partecipanti: 20 allievi (prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti disponibili) fonte CEDIFOP

 

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