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Adesso il fondo del mare si “fotografa” in 3D

[img]http://serhost.digimaweb.it/file/attachment/2016/03/cc44f57d82c8b36810cdd9cad486d214_view.jpg[/img] Martedì al Museo dell’Antartide un corso di formazione sull’uso dell’ Underwater Laser Scanner di Pietro Spirito
“Fotografare” il fondo marino in 3D, analizzare in ogni dettaglio comodamente seduti davanti al computer relitti, rilievi, resti archeologici, oggetti e insomma tutto ciò che nasconde il fondo del mare in modo da produrre immagini e mappe tridimensionali del mondo sommerso. Fino a pochi anni fa tutto ciò era un sogno per quanti lavorano e operano nelle profondità del mare, oggi invece è una realtà grazie all’Underwater Laser Scanner, un apparecchio simile a quelli già usati sulla terraferma ma ancora poco utilizzato sott’acqua. E martedì, alla sezione di Trieste del Museo Nazionale dell’Antartide, in via Weiss 21, il Laboratorio di Oceanografia del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Univesrità di Trieste, in collaborazione con l’Associazione italiana operatori scientifici subacquei (Aioss) – cui il Dipartimento è associato – organizza un corso di formazione tenuto da Sean Elmer, della “G2 Robotics”, azienda canadese produttrice di laser scanner. «Il funzionamento di questo strumento – spiega Stefano Cirilli, responsabile del Laboratorio di Oceanografia e referente per l’inziativa assieme a Gianguido Salvi, coordinatore scientifico del Dipartimento al Museo Nazionale dell'Antartide – è basato sull'emissione di raggi di luce emessi da un laser che, colpendo la superficie di un oggetto, vengono riflessi dalla superficie stessa». «Lo strumento – continua Cirilli – misura la distanza di innumerevoli punti della superficie di un oggetto, e la "nuvola di punti" così ottenuta viene successivamente elaborata, ricavando un modello digitale tridimensionale della superficie».
Pur con il limite di una distanza di lavoro decisamente inferiore rispetto a quella dei tradizionali laser scanner terrestri, aggiunge Cirilli, «questa tecnologia può essere di grande aiuto sia nel campo dell'archeologia subacquea che del monitoraggio di opere antropiche sommerse».
«Gli ultimi lavori del Laboratorio di Oceanografia – dice ancora Cirilli -, si sono proprio concentrati sulla mappatura tridimensionale di forme sommerse: un recente ed interessante lavoro di mappatura è stato svolto, in collaborazione con la Fipsas, la Federazione pesca sportiva, e l'Ogs, nella zona del "Dosso di Santa Croce"», l’oasi di ripopolamento ittico in concessione alla Fipsas. Ed è appunto nell'analisi delle più avanzate strumentazioni disponibili per ottenere rilievi di sempre maggior dettaglio che è stata presa in considerazione la metodologia del laser scanner.
Il corso di formazione di martedì al Museo dell’Antartide inizia la mattina e prosegue tutto il giorno. I cinquanta posti disponibili sono già esauriti, a testimonianza dell’interesse che il nuovo strumento di mappatura suscita in quanti lavorano nel campo delle esplorazioni e prospezioni subacquee, dai tecnici degli impianti petroliferi ai biologi e archeologifino alle forze dell’ordine.
Oltre a ospitare l’evento, il Museo Nazionale dell'Antartide proporrà una visita guidata al museo stesso e la collaborazione

della squadra dei Volontari Antincendio Boschivo della Protezione Civile di Trieste, che allestiranno all'esterno un tendone con una vasca da seimila litri d'acqua in cui l’Underwater Laser Scanner darà una dimostrazione pratica delle sue straordinarie capacità.
fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/

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