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Una cannoniera affondata nel mare di Grado

By 31 Marzo 2017Aprile 14th, 2017No Comments

Scoperti dagli archeologi subacquei dell’Alto Adriatico i resti di un veliero dell’800. Era carico di munizioni che ora sono sparse attorno al relitto. Tutta da ricostruire la sua storia
di Pietro Spirito
Alcune palle di cannone sui resti della nave scoperti sul fondo del mare di Grado (Foto Caressa)
Dalla sabbia emergono diverse tavole del ponte, forse parti del fasciame, e alcune ordinate spuntano dal fondo come costole di uno scheletro semisepolto. E tra gli spirografi fioriti, sparse qua e là o raggruppate in cumuli, come pronte a essere usate, ecco decine di palle di cannone di ogni calibro, da quelle da otto libbre fino alle palle forate per grandi mortai da cinquanta libbre, oltre a pacchi di mitraglia e pallini di fucile. Una vera e propria santabarbara.
Si presentano così davanti alla maschera del subacqueo i resti di un veliero molto probabilmente di età compresa fra l’epoca napoleonica e la prima guerra d’Indipendenza. Scoperto per caso nei pressi della costa di Grado, il relitto si trova a meno di quindici metri di profondità. I resti della nave, le munizioni per antiche artiglierie, sono una rara testimonianza di una pagina di storia della nostra regione ancora da scoprire.
La cannoniera al largo di Grado
Nelle riprese realizzate da Stefano Caressa, un sopralluogo sul relitto della cannoniera carica di munizioni scoperto nelle acque al largo di Grado. Si tratta di un veliero da guerra affondato nell’800, la cui storia va ora ricostruita.
Il casuale rinvenimento si deve all’operatore tecnico subacqueo Stefano Caressa, al sommozzatore Francesco Dossola e a chi scrive queste righe. La scoperta è avvenuta infatti dopo l’individuazione, tramite apparecchiatura Side Scan Sonar, di un’irregolarità del fondale. L’anomalia è apparsa sullo schermo del computer installato sulla barca di Caressa durante una serie di prospezioni effettuate con triplice scopo: la mappatura di fanerogame per un progetto del Dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Trieste; i rilievi – in collaborazione con Carlo Beltrame, del Dipartimento di studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – per la verifica della morfologia costiera nell’ambito di ricerche sul periodo storico compreso fra XVIII e XIX secolo, e contestuali sopralluoghi per la realizzazione di un documentario di Rai3 Regione per la regia di Luigi Zannini.
Il relitto di una nave da guerra dell’Ottocento
Dopo quello ormai famoso del “Mercure”, la nave del Regno Italico affondata durante lo scontro navale del 1812 e ritrovato nel 2001, questo è il secondo relitto presumibilmente del XIX secolo appartenente a un’unità da guerra rinvenuto nel Golfo di Trieste. Una prima, sommaria ricognizione ha permesso di datare i resti sul fondo del mare intorno alla prima metà dell’800, e la dotazione sembra essere quella in uso nella marina francese. Ma solo studi accurati e uno scavo scientifico potranno stabilire con più precisione a quale epoca e a quale nave appartenga il relitto.
Del resto la zona in cui è stato trovato era piuttosto trafficata sia nel periodo della guerra anglo-francese, sul finire dell’impero napoleonico, sia, più tardi, nel corso delle guerre risorgimentali, quando il giovane Stato italiano, spalleggiato dalla Francia, accarezzava l’idea di un’azione militare transadriatica per riequilibrare le sue forze con quelle dei “padroni” della sponda orientale dell’Adriatico. Grado era una posizione strategica, fortificata, e non si può escludere che i resti della nave carica di munizioni di ogni calibro non appartengano a una batteria galleggiante: erano navi in disuso, disalberate, armate di cannoni e mortai, saldamente ancorate all’imbocco di . porti, approdi e canali navigabili. Ma il relitto potrebbe anche essere quanto rimane di un trabaccolo armato a utilizzato per il trasporto di munizioni destinate alle difese costiere. A parte gli scontri del periodo napoleonico – dallo sbarco inglese a Grado del 1810 all’attacco del 6 dicembre 1813 sempre da parte di un brick inglese con 12 scialuppe – in particolare durante la prima guerra d’Indipendenza il golfo di Trieste fu teatro di tensioni e scaramucce. Tra il marzo 1849 e il marzo 1849 unità navali della coalizione tra Venezia, Regno di Sardegna e Regno delle due Sicilie si confrontarono in mare con l’Austria, che fortificò le coste e adattò 140 imbarcazioni a cannoniere da usare in laguna, mentre nel maggio del 1848 la flotta piemontese pose il blocco al porto di Trieste. Un periodo storico complesso e affascinante, di cui il relitto appena scoperto può diventare testimonianza viva.
p_spirito
fonte:ilpiccolo.gelocal.it

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