“In apnea sotto il giaccio sei sola con te stessa” Le parole di Johanna Nordblad, la sirena dei ghiacci
Sotto le lastre gelate che coprono i laghi finlandesi per molti mesi all’anno, non ci sono colori né rumori. Il racconto della campionessa di immersione in apnea sotto il ghiaccio, che a fine marzo punta a battere il record mondiale di specialità, quello dei maschi.
È sera e la luce del freddo inverno settentrionale sta ormai per abbandonare il cielo di Sonnanen, Finlandia: un cielo color acciaio, ricoperto di nubi. Presto il breve pomeriggio cederà il passo alla notte. Non un refolo di vento muove i rami dei pini, non una foglia increspa l’acqua del lago. Nulla turba questa distesa infinita di alberi, neve e ghiaccio. Mentre ammiro rapito questo spettacolo della natura, mi rendo conto di stare ascoltando, per la prima volta in vita mia, il silenzio assoluto. Ho il privilegio di trascorrere qualche giorno in un semplice rifugio per cacciatori sulle sponde del lago Sonnanen, 170 chilometri a nordest della capitale Helsinki, in compagnia dell’apneista Johanna Nordblad e di sua sorella e fotografa personale, Elina. Lontano dai ritmi cittadini, le giornate trascorrono spalando neve, raccogliendo legna e passando lunghi dopocena a chiacchierare al bagliore delle candele che illuminano il giardino. Sulle sponde di questo lago desolato e misterioso colgo all’istante lo spirito di quello che Johanna mi va ripetendo da ore. «Io ed Elina veniamo qui appena possiamo. Amo questa natura, questi laghi… A molta gente non piace praticare l’immersione in apnea in Finlandia perché in profondità l’acqua è nera, ma io l’adoro proprio per questo. Laggiù non ci sono colori o rumori, non c’è nulla… Sei sola con te stessa».
Johanna è una personalità affascinante e versatile: una donna dalle mille risorse e un’atleta di fama mondiale, che è riuscita a trasformare un grave incidente nell’opportunità di cimentarsi con una nuova disciplina, di cui ancora oggi detiene il record mondiale. «Immergermi non è mai stato un problema», racconta, mentre posiziona accuratamente alcuni pezzi di legno nel camino. «Nella cittadina dove sono cresciuta c’era una grande piscina all’aperto, profonda quattro metri. Mi ricordo che scendevo a fondo e mi voltavo a guardare quelli che nuotavano in superficie. Da quella distanza non sembravano esseri umani, ma pesci». Quando, a sei anni, le fu regalato il primo paio di pinne, Johanna era talmente contenta che ci dormì abbracciata per mesi. Nel 1999, dopo anni di attività subacquea, Johanna scese per la prima volta in immersione senza bombole. La sensazione di leggerezza immediata fu una liberazione. Poter nuotare senza il peso dell’equipaggiamento la conquistò da subito, e da allora Johanna cominciò a collezionare diversi successi. Nel 2004 conseguì il record mondiale femminile di apnea dinamica con pinne, rimanendo costantemente tra le migliori apneiste al mondo. continua…