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Licenza di pesca in mare a pagamento? Comunicato F.I.P.I.A.

Licenza di pesca in mare a pagamento?
Comunicato F.I.P.I.A.
Nel mondo di tutta la pesca ricreativa in mare, in questi ultimi tempi si è ricominciato a parlare della Proposta di Legge n. 521 presentata il 25 marzo 2013 dal Deputato Nicodemo Nazzareno Oliverio (PD) “Interventi per il settore ittico”.
Tanto rumore per nulla, come spesso accade a molte Proposte di Legge mai arrivate a discussione?
In questo caso, no. La proposta è in corso di esame in sede Referente alla Commissione XIII (Agricoltura) e se ne è parlato anche in occasione dell’audizione presso la XIII Commissione del 23 settembre 2014 con alcune associazioni della pesca ricreativa (ARCIPesca, EFSA, Enal Pesca).
Di rilevanza per la pesca ricreativa in mare c’è, che in questa proposta, nel suo articolo 24, comma 1, si prevede: “La pratica di pesca sportiva e ricreativa a mare è subordinata al possesso del relativo permesso rilasciato a titolo oneroso in ragione del tipo di pesca praticato e degli attrezzi utilizzati”.
E ancora, nel suo comma 3 si prevede: “ I proventi derivanti dal rilascio del permesso di cui al comma 1 sono destinati agli interventi di cui all’articolo 2, comma 5-decies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 (ndr: alla pesca professionale)”.

Tra l’altro, a fine 2014, scadrà il Decreto Ministeriale del 31 gennaio 2014 in materia di pesca sportiva e ricreativa, con il quale è stata prorogata la scadenza dei permessi gratuiti per la pesca in mare (il c.d. “censimento”). Cosa succederà nel 2015?

Nelle more, il Consiglio Direttivo di F.I.P.I.A. ha inviato una richiesta di audizione alla Presidenza della XIII Commissione e inviato alcune considerazioni in merito alla citata PdL all’Onorevole Oliverio e ad altri membri della Commissione.
In sintesi:
F.I.P.I.A. esprime la propria contrarietà a questo intervento in quanto:
• la risorsa ittica è una risorsa condivisa dello Stato alla quale già attinge a titolo gratuito la pesca professionale ricavandone profitto. La pesca professionale gode di agevolazioni e di contributi nazionali e comunitari a fronte di un gettito fiscale che è probabilmente inferiore ai contributi ricevuti. Ciò pone in dubbio la validità dell’istituzione di una tassazione per gli altri cittadini che intendessero accedere alla stessa risorsa.
• Si temono i caratteri depressivi che verrebbero a influenzare tutta la “filiera” connessa alla pesca ricreativa: produzione, commercio, nautica, comunicazione e turismo. Comparti che, per numero di addetti, reddito prodotto e circolazione di denaro, e quindi entrate per la fiscalità generale, probabilmente superiori a quelli del comparto della pesca commerciale.
• Il momento economico in cui versa il Paese e la crescente avversità verso il peso fiscale che grava complessivamente sui cittadini, mostrano quanto sia poco opportuna l’istituzione di nuove tasse.
• Per i motivi sopraddetti, l’introduzione di una licenza onerosa non potrebbe comunque avvenire che a fronte di un costo modesto. Quindi, tenendo conto dei costi diretti e indiretti che lo Stato dovrà sostenere per la gestione e il controllo di questi permessi, potrebbe verificarsi che i costi gestionali superino le entrate provenienti dal rilascio dei permessi.
• Ritiene improponibile che gli eventuali proventi del “permesso oneroso” possano essere destinati in qualche forma alla pesca professionale, piuttosto che al recupero della risorsa ittica. Ciò significherebbe che i pescatori ricreativi si troverebbero a pagare “non” per contribuire a tutelare una risorsa che sfruttano (in maniera minimale) ma per finanziare chi è causa del suo sovrasfruttamento ed è già titolare di agevolazioni e contributi.
• Un intervento di questa natura contraddice tutti gli indirizzi moderni che vedono nella pesca ricreativa un sicuro veicolo di turismo e in grado di generare occupazione e reddito.

1 ottobre 2014
Il Consiglio Direttivo di F.I.P.I.A.

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