L’European Project on Ocean Acidification (Epoca) è un’iniziativa che ha coinvolto 160 ricercatori di 32 istituti e 10 Paesi Europei (Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Islanda, Norvegia, Olanda, Svezia, Svizzera) e che è considerata come il primo progetto internazionale che si concentra interamente sull’acidificazione degli oceani e sulle sue conseguenze.
Epoca è stato in parte finanziato dalla Commissione europea con 6,5 milioni di euro. Su un bilancio complessivo di 16 milioni di euro ed i suoi obiettivi erano quattro: 1) documentare i cambiamenti della chimica oceanica e la distribuzione geografica degli organismi marini nello spazio e nel tempo. Metodi di paleo-ricostruzione su svariati dati di archivio, inclusi sui Foraminiferi e sui Coralli di mare profondo, utilizzati per determinare le passate variazioni nella chimica oceanica (carbonati, nutrienti e metalli in traccia) per rapportarli poi alle osservazioni biologiche e chimiche del presente. 2) quantificare l’impatto dell’acidificazione oceanica sugli organismi marini e sui vari ecosistemi. Sono stati esaminati i processi-chiave biogeochimici attinenti al clima come calcificazione, produzione primaria e fissazione dell’azoto, utilizzando un largo assortimento di tecniche che spazia dagli strumenti molecolari all’approccio fisiologico ed ecologico. Sono stati condotti anche esperimenti di sia in laboratorio che sul campo. Gli organismi chiave sono stati selezionati in base alla loro importanza ecologica, biogeochimica o socio-economica. 3) la componente di Epoca concentrata sulla modellizzazione integra le nozioni acquisite sull’impatto chimico, biologico e biogeochimico dell’acidificazione dell’oceano in modelli biogeochimici, di sedimenti e oceanico-climatici. Particolare attenzione è stata prestata ai feedbacks dei cambiamenti fisiologici sui cicli del carbonio, dell’azoto, dello zolfo e del ferro ed a come a loro volta questi cambiamenti influiranno e saranno influenzati dal cambiamento climatico futuro. 4) Epoca ha valutato le incertezze, i rischi e i limiti (“tipping points””) correlati all’acidificazione dell’oceano su scala molecolare