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Anfora africana del secondo secolo nel mare ibleo

Risale al II secolo d.C. l’anfora africana rilevata nei pressi della spiaggia di Caucana, nel territorio di Ragusa. Al IV-V secolo d.C è invece possibile datare i resti di un relitto dissepolto dai fondali. L’arte e la tecnica tardoantica si nascondono nei nostri mari.
 
La rilevazione dell’anfora a fine agosto è l’esito di una serie di sopralluoghi iniziati al seguito della segnalazione di Giuseppe Raimondo, membro del Centro Subacqueo Ibleo Blu Diving di Ragusa.

Il sub aveva riscontrato la presenza di frammenti di anfore su un fondale oscillante tra i 4 e i 5 metri, caratterizzato da affioramenti rocciosi fortemente sedimentati. Le prime immersioni, condotte da Nicolò Bruno, della Soprintendenza del Mare, col supporto logistico dei soci del centro subacqueo Maurizio Buggea e Antonio Raimondo, avevano riscontrato insieme a materiale ceramico resti di diverse tipologie di anfore: anfore spatheion, dalla forma affusolata terminante a punta, cilindriche e Dressel, più arrotondate, tutte risalenti all’arte tardoantica. La presenza di ulteriori reperti subacquei era quindi prevedile e la necessità di tutelarli da manomissioni o furti, data la vicinanza dei bagnanti della costa, ha portato infine al ritrovamento dell’intera anfora africana, ad opera del Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa e dei sub Nicolò Bruno, Maurizio Buggea e Antonino Raimondo.
Fonte:ragusanews.com

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