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50° anniversario dell’affondamento del Paguro, il 26 settembre cerimonia commemorativa

By 31 Marzo 2017Aprile 14th, 2017No Comments

Sabato 26 settembre si terrà una cerimonia commemorativa nell’area del Paguro, la piattaforma mobile dell’Agip inabissatasi al largo di Marina di Ravenna il 29 settembre  di 50 anni fa. Le imbarcazioni di servizio partiranno da Marina di Ravenna (molo pescatori) per essere sul posto alle ore 11.00.

Ormeggiati alla boa del relitto si terranno la funzione religiosa di Mons. Alberto Graziani e òa collocazione di corona sul relitto da parte dei sub, alla presenza di Fabrizio Matteucci (Sindaco di Ravenna), autorità, familiari delle vittime e sopravvissuti all’evento.
In presenza di condizioni meteo avverse (mare mosso) la cerimonia si svolgerà sempre sabato 26 settembre alle ore 10.00 presso il bacino pescherecci di Marina di Ravenna.

La iniziativa è realizzata dall’Associazione Il Paguro in collaborazione con i circoli subacquei della costa romagnola, con il Sig. Renzo Ciappini (titolare della imbarcazione messa gratuitamente a disposizione), con la Pro-Loco di Marina di Ravenna e con il contributo di Banca Credito Cooperativo.
L’Associazione Paguro, si legge in una nota stampa, “in continuità con la protezione e la valorizzazione del sito e dell’habitat subacqueo ha definito un impegnativo programma di attività teso sia alla commemorazione dell’evento, sia al valore e rispetto per il nostro mare”.

La storia del Paguro, raccontata dalla associazione omonima
La storia del Paguro inizia praticamente con le prime esplorazioni per la ricerca di idrocarburi che l’AGIP avviò nell’off-shore ravennate circa 60 anni fa. L’Italia non possedeva piattaforme di perforazione, per cui le stesse erano noleggiate da armatori esteri a costi elevatissimi, da qui l’idea di costruire e lavorare con mezzi propri. Su licenza americana furono quindi fatte costruire dall’AGIP le piattaforme mobili, self-elevating, Perro Negro e nel 1962/63 a Porto Corsini la gemella Paguro.

Il Paguro prese subito il mare ed iniziò l’attività di perforazione ed a giugno del 1965 fu posizionato per la perforazione di un nuovo pozzo, il Porto Corsini 7, su un fondale di 25 metri posto a 14,5 miglia dal porto di Marina di Ravenna. 

Il 28 settembre del 1965 la trivella raggiunse il previsto giacimento di gas metano a circa 2900 metri di profondità, quando si verificò una eruzione di fluido. Purtroppo la trivella aveva intaccato un secondo giacimento sottostante, non previsto, che conteneva gas ad una pressione altissima. Vennero attivate le valvole di sicurezza di testa pozzo, ma poco dopo le pareti del pozzo cedettero e si sprigionò l’eruzione del gas, non più controllabile. Come quasi sempre succede, anche questa tragedia scoppiò durante la notte e con condizioni meteomarine proibitive, la piattaforma fu avvolta dall’eruzione di acqua e gas, le 38 persone d’equipaggio abbandonò la struttura. I mezzi di soccorso riuscirono a salvare 35 persone, ma purtroppo tre perirono (il geologo Arturo Biagini, l’elettricista Bernardo Gervasoni e l’operaio Pietro Perri).

La piattaforma s’incendiò ed il 29 settembre si inabissò nel cratere formato nel fondale dal gas, che continuava ad uscire alla pressione di circa 600 atmosfere. Parte della piattaforma metallica era fusa dal calore del fuoco, le fiamme raggiusero un’altezza di 30 metri fuori acqua, e solo tre mesi dopo, grazie ad una nuova perforazione laterale riuscì a cementare il PC7. Da allora sono passati 50 anni, la situazione del relitto non è mutata granchè, la parte più alta si trova sempre a meno 10 metri, buona parte degli alloggi è collassata corrosa dall’ossido e correnti galvaniche ed il cratere è sempre a meno 33 metri. 

Il Paguro da quel lontano 1965 iniziò la propria metamorfosi e su quelle strutture martoriate da quel tragico evento è pian piano esplosa una nuova vita che affascina migliaia di subacquei che si immergono ogni anno. Dal lontano 1996 ad oggi sono state realizzate sul relitto del Paguro oltre 63.000 immersioni grazie alle decine di volontari accompagnatori subacquei dell’Associazione che volontariamente e gratuitamente accompagnano i sub. Realizzate anche decine di concorsi foto-video subacquei, libri fotografici, libri scientifici, tre tesi di laurea, vari progetti di ripopolamento ittico di specie autoctone ed il primo ed unico progetto in Italia di costruzione di reef artificiale riutilizzando le parti sommerse di sei piattaforme ENI dismesse e demolite nel 1999/2000.
fonte: http://www.ravennanotizie.it/ e Associazion Paguro

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