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Istituzione di un’area di tutela archeologica a Gela

Istituzione di un’area di tutela archeologica a Gela
La Soprintendenza del Mare e la Capitaneria di Porto di Gela (CL) hanno organizzato per giovedì 14 giugno 2012 alle ore 11.30 una conferenza stampa nei locali del Museo Archeologico di Gela per comunicare i dettagli della notizia dell’istituzione di un’area di tutela archeologica in località “Bulala” a Gela.
I vari rinvenimenti subacquei effettuati negli ultimi anni durante le attività di vigilanza e controllo svolte dalla Capitaneria di Porto di Gela, dai Carabinieri, dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, hanno indotto all’emissione dell’ordinanza 01/2012 da parte della predetta Capitaneria di Porto su richiesta della Soprintendenza del Mare.
L’istituzione di un’unica vasta area di tutela archeologica in località Bulala, comprendente le zone dei relitti denominati 1, 2 e 3, nasce dall’esigenza di non parcellizzare la tutela, limitandola solo alle aree dei relitti già noti, ma di estenderla alle acque limitrofe, i cui fondali appaiono disseminati di abbondanti materiali archeologici pertinenti a navi di varie epoche.
Infatti dei tre relitti già individuati, solo il relitto 1 –  del tipo “a guscio” col fasciame tenuto da cuciture e da tenoni e mortase – è stato oggetto di uno scavo archeologico completo, a seguito del quale è stato recuperato con una complessa e delicata operazione di imbragatura e sollevamento per poi essere sottoposto a restauro.
Tali operazioni hanno consentito una datazione del relitto agli inizi del V sec. a.C., sulla base del suo carico comprendente ceramica attica, di tipo ionico e in minor misura laconica, oltre alle anfore da trasporto di varia provenienza, prevalentemente chiote, ma anche greco-occidentali, corinzie, samie, milesie, a testimonianza dei rifornimenti fatti dalla nave in vari empori.

Il relitto 2 invece è stato oggetto soltanto di uno scavo subacqueo parziale che necessita di essere completato al fine di chiarirne meglio sia la struttura, che sembra simile a quella del relitto 1, sia la datazione, atteso che la ceramica recuperata – attica – di tipo ionico-coloniale e corinzia da trasporto, si colloca in un arco temporale che va dal VI al IV sec. a.C. .

Del relitto 3 si sa ancora meno, atteso che non è ancora stato scavato neppure parzialmente.

Con l’interdizione dell’area marina in località “Bulala”, la politica di protezione del patrimonio culturale sommerso portata avanti dalla Soprintendenza del Mare fin dalla sua istituzione, porterà innumerevoli vantaggi alle attività di ricerca, studio e – quando necessario – recupero delle testimonianze archeologiche subacquee della costa agrigentina.

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