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Il Golfo del Messico ed il Mare del Nord condividono una storia di trivellazione offshore, scatenata dalla crisi petrolifera mondiale degli anni ’70, che fece salire i prezzi alle stelle e portò allo sviluppo di numerose piattaforme petrolifere in mare aperto. La stragrande maggioranza delle immersioni di saturazione in campo civile è finalizzata proprio al mantenimento o alla riduzione di queste infrastrutture petrolifere e del gas. In campo militare gli operatori di alto fondali sono invece addestrati per il soccorso ai sommergibili sinistrati. 

Immersioni al limite del possibile
Immergersi a qualsiasi profondità implica respirare aria pressurizzata. I gas inerti contenuti nella miscela gassosa, come l’azoto, si dissolvono nel sangue e nei tessuti, in relazione della pressione assoluta a cui il subacqueo è sottoposto.
Il problema nasce quando il subacqueo risale verso la superficie. La pressione diminuisce ed i gas disciolti nei nostri tessuti incominciano a desaturare più o meno velocemente. Ritornando in superficie, i gas hanno bisogno di tempo per lasciare il nostro corpo in sicurezza. Una risalita rapida può causare gravi danni per l’organismo; in pratica se la velocità ed il rapporto di risalita fossero non corretti, il gas formerebbe delle bolle, come in una lattina di bevanda gassata. CONTINUA…

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